Cos'è il nuovo test che aiuta a scoprire il cancro al colon

Un nuovo test del sangue può aiutare a individuare il tumore del colon retto fin dai suoi esordi: di cosa si tratta tra luci e ombre

Cos'è il nuovo test che aiuta a scoprire il cancro al colon
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Negli Stati Uniti si sta sperimentando - è disponibile in commercio ma non ancora approvato dalla Food and Drug Administration - un nuovo test di screening per il cancro al colon retto. Si tratta di uno specifico esame del sangue: ci sono molte aspettative ma al tempo stesso ci sono anche diversi interrogativi.

Il nuovo esame del sangue

Come si legge sul sito di Harvard, questo test di screening per il tumore al colon retto basato sulle analisi del sangue ha un punto di forza: è meno invasivo rispetto alla colonscopia e meno imbarazzante rispetto all’analisi delle feci. Questo è conveniente, perché gli screening periodici sono importanti al fine di individuare in tempi ottimali l’incipit della malattia.

L’esame del sangue in questione si chiama Shield e negli Stati Uniti è davvero per pochi, perché viene prescritto da un medico ed è a pagamento, dato che non coperto dall’assicurazione sanitaria. Al momento si sa che ha identificato correttamente, al giugno 2024, l’83% dei casi di cancro al colon retto. Di contro ha invece individuato solo il 13% dei polipi in fase avanzata e nel 10% ha riscontrato falsi positivi. Però funziona bene nel caso in cui la malattia è ai suoi esordi.

Non si sa però ogni quanto tempo è importante effettuare questo test per ottenere uno screening davvero capillare ed efficace: attualmente è consigliato ogni 3 anni, ma non si tratta di una raccomandazione ufficiale. Non si conosce inoltre la sua efficacia sui giovani, dato che gli studi esistenti riguardano persone di età compresa tra 45 e 84 anni.

Lo screening tradizionale

Attualmente ci sono due principali esami di screening “tradizionali” per il cancro al colon retto:

  1. Il primo è l’esame delle feci, che avviene in laboratorio e rileva il Dna tumorale
  2. Oppure piccole quantità di sangue legato a tumori o polipi. Ne esistono diversi tipi e si fa il prelievo tramite un kit, che poi viene mandato in laboratorio.

C’è poi la colonscopia, che riesce a individuare il 95% dei tumori e permette di rimuovere piccoli polipi pre-cancerosi. Si effettua sotto sedazione ed è un test che richiede un po’ di tempo. È invasivo e lascia qualche piccolo strascico in termini di debolezza, tanto che si deve essere riaccompagnati a casa alla fine dell'esame.

I fattori di rischio

Come sempre, quando si parla di tumori, uno stile di vita sano aiuta a ridurre i rischi. E uno stile di vita sano passa per esercizio fisico quotidiano, anche leggero, dieta mediterranea accompagnata da un consumo adeguato di fibre, un consumo di alcol ridotto, niente sigarette.

I principali fattori di rischio per il cancro al colon retto sono:

  • età;
  • polipi nella propria storia clinica;
  • radiazioni nelle parti del corpo attraversate dal colon;
  • familiarità o ereditarietà;
  • obesità;
  • malattie croniche, come diabete o morbo di Crohn;
  • sedentarietà;
  • bassi livelli di vitamina D;
  • fumo, alcol o consumi di carne rossa eccessivi.

Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2022 in Italia il tumore al colon retto era la seconda neoplasia a colpire gli uomini, la terza a colpire le donne.

A 5 anni dalla diagnosi, la sopravvivenza è stata stimata nel 65-66% dei casi, rispettivamente per gli uomini e per le donne. Guardare oltreoceano potrebbe cambiare moltissimo questi dati, ma si tratta ancora di una prospettiva in fieri.

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