Intercettazioni, Napolitano: chiari i punti critici La sinistra va in piazza e litiga con la D'Addario

Ieri la manifestazione contro il ddl. Il Colle: "Sono chiari i punti critici". Fini: "Una decisione può essere contestata". E la sinistra litiga con la D'Addario. Feltri: "Come si può difendere la libertà di stampa scioperando? Semmai facciamo la prima pagina su questo argomento"

Intercettazioni, Napolitano: chiari i punti critici 
La sinistra va in piazza e litiga con la D'Addario
Roma - Manifestazione nazionae contro il disegno di legge sulle intercettazioni. La Federazione Nazionale della Stampa è scesa in piazza questo pomeriggio per una mobilitazione contro il ddl.  "Un’iniziativa nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese", dice sul proprio sito la Fnsi

Ventidue città: anche Londra e Parigi Da Roma a Milano, da Torino a Bari. Poi ancora: Palermo, Padova, Parma. Un totale di 22 città, comprese Londra e Parigi, dove sono stati organizzati presidi dalla Fnsi per protestare contro il ddl sulle intercettazioni. "Non capisco come si possa difendere la libertà di stampa scioperando", ha tuonato Vittorio Feltri, direttore del Giornale, intervenendo questa mattina al convegno organizzato dall’Alg al Circolo della Stampa. "Ma siamo matti? - ha aggiunto - Facciamo la prima pagina dedicata al problema, semmai, e non, al contrario, evitiamo di scrivere".

C'è tutta la sinitra in piazza: da Di Pietro a Veltroni La manifestazione contro il ddl intercettazioni a piazza Navona si è aperta con l’Inno di Mameli, quindi la giornalista Tiziana Ferrario ha letto l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa. I primi ad intervenire sono stati proprio i giornalisti, sul palco hanno parlato Andrea Purgatori e Franco Siddi, segretario della Fnsi. In piazza tanta gente simbolicamente imbavagliata con un post-it giallo, il simbolo con il quale il quotidiano ’La Repubblicà ha lanciato la campagna contro il provvedimento. Tanti gli esponenti politici arrivati a piazza Navona: Antonio Di Pietro, Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Piero Fassino come pure tanti sono gli esponenti del mondo dell’informazione, come Lucia Annunziata. 

Napolitano: "Chiari i punti critici" I punti critici del ddl intercettazioni sono chiari e sono quelli che preoccupano il Quirinale, anche se il Presidente della Repubblica non ha il compito di indicare soluzioni o modifiche, ma solo di valutare alla fine nell’ambito delle sue prerogative. Lo ha sottolineato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un incontro con i giornalisti a Malta. "In genere dall’estero non faccio commenti sulle cose italiane - ha detto Napolitano - ma vista la confusione che ancora colgo in certi commenti di stampa sulla legge delle intercettazioni posso ribadire che i punti critici della legge approvata dal Senato risultano chiaramente - ha osservato - dal dibattito in corso e dal dibattito svoltosi in commissione giustizia della Camera, nonchè da molti commenti di studiosi, sia costituzionalisti sia esperti della materia. E ovviamente - ha sottolineato Napolitano - quei punti critici sono gli stessi cui si riferiscono le preoccupazioni della Presidenza della Repubblica, e ciò non si è mancato di sottolinearlo nei rapporti con esponenti di maggioranza e di governo". Ma il Capo dello Stato tiene a precisare: "a noi non spetta indicare soluzioni da adottare e modifiche da apportare. Valuteremo obiettivamente se verranno apportate modifiche adeguate alla problematicità di quei punti che sono già stati messi in così grande evidenza. E ci riserveremo la valutazione finale nell’ambito delle nostre prerogative". A proposito di quanto detto ieri dal garante della privacy, Napolitano ha invitato a leggere "accuratamente" quella relazione nella quale "non mi pare che - ha affermato - il garante si lamenti, perchè si mette troppo l’accento sulla privacy, sarebbe persino paradossale. È un parere più argomentato e complesso. Le istituzioni di garanzia - ha concluso - non lanciano allarmi, ma formulano pareri e valutazioni".

Bersani: "Testo da ritirare" "Io sono a favore di un ritiro del ddl intercettazioni perchè una legge del genere andrebbe riformulata da capo", ha spiegato ancora Bersani promettendo che "in ogni caso, combatteremo in Parlamento punto per punto". Su quanto fatto sapare dal Capo dello Stato, il segretario del Pd ha aggiunto: "il presidente della Repubblica ha ricordato, con qualche amarezza, che i suoi consigli non sono stati seguiti. La maggioranza ha voluto forzare calendarizzando il ddl a fine luglio. Evidentemente, Napolitano si aspettava delle modifiche e, francamente, ce le aspettavamo tutti". Infine, l’appello al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e a chi, nella maggioranza, ha mostrato più di qualche dubbio sulla bontà del provvedimento: "ad un certo punto si arriva al dunque, ci sono le parole e poi i voti. Se arriviamo al momento del voto - conclude Bersani - penso che sia giusto chiedere coerenza anche a chi nella maggioranza ha sollevato perplessità sul testo senza ottenere risultati".

Siddi: "Resistenza del 21esimo secolo" "Oggi comincia la resistenza del 21esimo secolo che condurremo alla luce del sole e non clandestinamente". Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, dal palco di piazza Navona dove è in corso la manifestazione contro il Ddl intercettazioni. "Un provvedimento ingiusto e iniquo - ha aggiunto Siddi - contro il quale ci mobiliteremo a oltranza".

Bossi: "Troveremo una soluzione" "Troveremo la mediazion" fra le esigenze della gente di non essere intercettata e quelle della magistratura di indagare. A margine della firma di patti per la sicurezza a Varese, il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, ha assicurato che "la gente non ci tiene ad essere intercettata mentre in alcuni casi è chiaro che la magistratura deve poter intercettare ma non su tutto e su tutti". "Si deve trovare la via, la mediazione - ha quindi concluso il Senatùr - e la troveremo".

Di Pietro: "Legge da cancellare" Questa legge sulle intercettazioni "non può essere emendata, va cancellata - ha commentato il leader Idv, Antonio Di Pietro - lo dicono i media, il procuratore generale antimafia e chi combatte ogni giorno il crimine. È criminale il comportamento del governo che persiste nel volere una norma che assicura impunità per sè".  Quanto alla calendarizzazione del ddl che alla Camera andrà in Aula il 29 luglio, il presidente dell’Idv taglia corto: "E' un’azione truffaldina per sperare che l’opinione pubblica, distratta perché al mare o in in ferie, non si accorga che la Carta costituzionale viene stracciata su legalità e stato di diritto, le parti più importanti".

Bocchino: "Impossibile l'ok entro l'estate" Nel testo attuale del ddl intercettazioni "di problemi ce ne sono molti e non ci sembra che la maggioranza sia in grado di risolverli così velocemente da chiudere tutto entro l’estate". Lo afferma il finiano Italo Bocchino, in un articolo pubblicato sul sito di Generazione Italia. A giudizio di Bocchino "ci sono limiti troppo severi per le intercettazioni ambientali, sanzioni agli editori per una impossibile responsabilità oggettiva di quello che pubblica il direttore (che per un’altra legge è completamente autonomo), limiti alle intercettazioni per alcuni reati che portano sempre alla mafia, come usura, estorsione e traffico illecito di rifiuti.

C’è poi troppa confusione sul meccanismo delle mini proroghe di 72 ore, problemi di funzionalità nei tribunali piccoli e medi del collegio di tre giudici per autorizzare gli ascolti e qualche profilo di incostituzionalità nel divieto di pubblicazione di atti non coperti da segreto". Insomma troppi problemi per risolverli prima dell’estate.  

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