Legge elettorale, Renzi sotto ricatto

Premier assediato per annullare l'accordo con Forza Italia

Legge elettorale, Renzi sotto ricatto

Se sono veri i retroscena sulle dimissioni del senatore Antonio Gentile da sottosegretario, allora questo governo durerà poco, con o senza nuova legge elettorale. Raccontano, infatti, che le dimissioni di Gentile siano frutto di un baratto, l'ennesimo, tra Renzi ed Alfano. Il premier garantisce che l'Italicum arriverà, ma con calma, e il ministro dell'Interno offre in cambio la testa del suo senatore sottosegretario. Fosse veramente così, gli italiani potrebbero soltanto rassegnarsi. Ancora una volta si sono illusi: neanche Renzi è il premier tanto atteso.
Non si cambia un Paese, un sistema, un modo di fare politica prendendo in giro la propria credibilità. L'impegno sulla legge elettorale non è soltanto un accordo con il Cavaliere, ma con i cittadini. Cambiare le carte in tavola, rallentando l'iter e modificando la legge, oltre al danno è una beffa.

Il senatore Antonio Gentile non sarebbe mai dovuto diventare sottosegretario, nominarlo è stato un errore per riempire la scarsa disponibilità di voti di Alfano. Ora dimetterlo era necessario, ma non perseverando nell'errore di risarcire ancora una volta Alfano. Non si baratta un patto per una schifezza di accordo sottobanco.

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