"Accordo tra governi fascisti". Le accuse degli anarchici per l'arresto dell'ex Br Bertulazzi

Dagli anarchici il manifesto di difesa dell'ex brigatista Bertulazzi, arrestato in Argentina dopo anni di libertà come rifugiato politico

"Accordo tra governi fascisti". Le accuse degli anarchici per l'arresto dell'ex Br Bertulazzi
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L'ex brigatista Leonardo Bertulazzi, oggi 71enne, è stato arrestato lo scorso 30 agosto in Argentina a seguito della revoca dello status di rifugiato politico che gli era stato riconosciuto nel 2004 e della reiterata richiesta di estradizione. Bertulazzi è stato un personaggio di spicco dell'organizzazione terroristica delle Brigate Rosse tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta e su di lui pende l'accusa di aver partecipato al sequestro di Pietro Costa, organizzato per recuperare sostanze economiche da utilizzare per l'attività terroristica, tanto che con parte dei soldi ottenuti dal riscatto venne acquistato l'appartamento romano di via Montalcini in cui venne tenuto prigioniero Aldo Moro durante il sequestro. Ora Bertulazzi si trova in carcere in regime speciale a Buenos Aires in attesa di presentare ricorso per l'arresto e in Italia non manca chi lo difende e ne vorrebbe garantita l'impunibilità.

Gli anarchici hanno pubblicato un comunicato in cui sostengono la tesi che ci sia "un accordo tra governi fascisti dietro l’arresto" di Bertulazzi e che il presidente Javier Milei abbia voluto offrire "la testa di Bertulazzi su un piatto d’argento alla sua amica e gemella politica Giorgia Meloni". L'obiettivo sarebbe quello di condurre "una guerra ideologica contro i simboli della sinistra". Viene quindi ammesso che il brigatismo e il terrorismo sono simboli della sinistra presente che vorrebbe nuovamente avanzare ma, soprattutto, sostengono nel loro comunicato che l'Argentina utilizza "toni da crociata" e che le accuse in capo a Bertulazzi sono "generiche e ideologiche", anche perché è stato "condannato per complicità nel sequestro Costa sulla base delle dichiarazioni di un pentito quando era già fuori dall’Italia".

Tralasciando il fatto, non secondario, che nessuno ha obbligato Bertulazzi a scappare dall'Italia per trovare rifugio in Argentina prima di sottoporsi a regolare processo, che oggi si accusi Milei di rimpiangere il piano Condor per aver fatto arrestare un ex terrorista, è sintomatico di quali siano le attuali logiche che muovono il mondo dell'estremismo rosso e dell'anarchia.

Nel comunicato si arriva addirittura a puntare il dito contro la direzione centrale della polizia di prevenzione italiana, accusandola di voler ottenere "il favore del governo argentino deve aver giocato la carta di un suo coinvolgimento nella vicenda Moro, ormai impiegata come un passe-partout, res nullius che chiunque può evocare a sproposito".

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