Vannacci e quelle "accuse costruite" sul periodo a Mosca. "Sempre informata la catena di comando"

Il generale: "Sono convinto di quello che ho fatto, avanti a testa alta". Le spese come addetto militare in Russia autorizzate dal capo della sede diplomatica

Il generale Roberto Vannacci con il suo libro
Il generale Roberto Vannacci con il suo libro
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«Sono sempre convinto di quello che faccio e di quello che ho fatto. Mi sento sereno e vado avanti» dichiara al Giornale il generale di divisione Roberto Vannacci. Tutt'altro che «demoralizzato, sfiduciato e preoccupato» come trapelava sulle agenzie dopo le inchieste contabili a suo carico durante il periodo di addetto militare a Mosca. «Non rispondo con la stampa di questioni di servizio, ma parlerò solo nelle sedi opportune» ribadisce Vannacci, attuale Capo di stato maggiore delle forze operative terrestri a Roma. Sulla sua pagina Facebook compare una scritta bianca su sfondo grigio: «Sono molto sereno! Vado avanti a testa alta!». L'avvocato dell'alto ufficiale, Giorgio Carta, spiega in una nota che «le notizie diffuse dalla stampa riguardo al generale Vannacci risultano fare riferimento ad attività d'ufficio già accuratamente ricostruibili dall'interessato oltreché del tutto regolari».

Vannacci non demorde dalla presentazione del suo best seller, Il mondo al contrario, che ha venduto 230mila copie scatenando una tempesta mediatica a politica. E provocato un'inchiesta in corso della Difesa. Nel frattempo ha scritto un secondo libro Il coraggio Vince, vita e valori di un generale incursore, con Piemme, che sarà disponibile dal 12 marzo.

Vannacci venne espulso da Mosca pochi mesi dopo l'invasione dell'Ucraina nel maggio 2022. Le autorità russe dichiararono «persona non grata» il generale e 24 fra diplomatici e militari italiani. Una rappresaglia all'analoga decisione dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, che aveva rimandato a casa una trentina di russi accreditati in Italia.

A Mosca è rimasto il capitano di vascello, Vittorio Parrella, un tosto ufficiale dei fucilieri di Marina della brigata San Marco citato nelle carte pubblicate dal Corriere con il grado sbagliato di colonnello che spetta all'esercito. Gli addetti militari, soprattutto della Nato e dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina sono sotto costante controllo dell'intelligence russa. E fanno molta attenzione nell'accettare o meno gli inviti ad eventi ufficiali organizzati dalle autorità oltre ai tanti che arrivano da associazioni varie con l'obiettivo di «attrarre» gli ufficiali occidentali.

Su Vannacci erano circolate voci di una certa disinvoltura nell'accettare inviti dai russi, ma il generale ha seccamente smentito spiegando che «informava sempre la catena di comando». Non solo: l'addetto militare decide in autonomia, ma il capo missione della sede diplomatica può intervenire per autorizzare o meno.

«Accuse costruite ad arte» contro Vannacci denuncia in una nota l'Osservatorio Militare riferendosi ai contenuti dell'inchiesta per peculato e truffa.

«Nulla di nuovo, era solo questione di tempo e di opportunità» dice il presidente Domenico Leggiero convinto della totale innocenza del generale. «Guarda caso tutto questo avviene ora - sottolinea Leggiero - che Vannacci potrebbe candidarsi alle europee».

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