Berlusconi firma i referendum E tiene il governo sulla corda

Pieno sostegno a Pannella sulla giustizia. Poi avverte: "Nessun ultimatum a Letta. Ma come pretendono che il Pdl continui a collaborare se gli tolgono il leader?"

Berlusconi firma i referendum E tiene il governo sulla corda

Berlusconi mette faccia e firma sui referendum ra­dicali sulla giustizia, ab­bassa i toni ultimativi sul gover­no Letta ma conferma: se cado io cade pure l’esecutivo. In tar­da mattinata, a largo Argentina a Roma, il Cavaliere si presenta al banchetto radicale prima di volare ad Arcore. Firma, con ac­canto Marco Pannella, tutti i re­ferendum: non solo quelli «per una giustizia giusta» ma anche quelli su droghe e immigrazio­ne, divorzio breve, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e 8 per mille.

Con lo storico leader radicale sono baci e abbracci e colloqui serrati da giorni. Anche ieri, lon­tano dai riflettori, Pannella dà qualche consiglio all’«amico Silvio»: «Gli ho detto di seguire la lezione di Gaetano Salvemi­ni e Piero Calamandrei- confes­sa al Giornale Pannella - : darsi alla latitanza; fare il martire, qual è, di una giustizia assurda; sollevare il suo caso dall’esilio; intestarsi le nostre battaglie dal confino. E vincerle». All’obie­zione che l’ex premier ormai è privo di passaporto, Pannella fa spallucce: «L’aiuto io a espa­triare, che problema c’è?». Ipo­tesi che non fa breccia nel Cav.
Il quale, invece, vuole precisa­re che i suoi toni nei confronti
del governo non sono ultimati­vi: «I giornali hanno scritto di un mio ultimatum. Ossia che ca­drebbe il governo se fosse vota­ta la mia decadenza. Non ho mai pronunciato questa frase: in un ragionamento con i nostri ho ricordato che questo gover­no l’ho voluto io fortemente e sono convinto che all’Italia ser­va­un governo che continui a go­vernare. Non sono neanche d’accordo-aggiunge Berlusco­ni - con le critiche al governo che in situazioni difficili ha fat­to cose egregie, come per l’edili­zia ». Ma c’è un «ma» gigante: «Spero che il governo possa continuare a lavorare ma è as­surdo che una forza democrati­ca che è alleata al governo con un’altra forza democratica pos­sa­restare a collaborare se gli ve­nisse sottratto il leader».

Con seduto di fianco un vec­chio volpone della politica co­me Pannella, per il Cavaliere è inevitabile saccheggiare la sto­ria: «Ti immagini Marco- dice a Pannella- cosa avrebbero fatto ai comunisti se avessero sottrat­to De Gasperi alla Dc? O al con­trario alla Dc se avessero sottrat­to Togliatti?». Quindi: «Spero che il buon senso prevalga nel­la testa di chi è preso dalla vo­gli­a di eliminare l’avversario po­litico che per vent’anni si è mes­so sulla loro strada». L’ultimatum, se negato a pa­rola, resta nei fatti:«Se a una for­za politica­democratica che col­labora con un’altra forza demo­cratica venisse sottratto il lea­der, sarebbe impossibile colla­borare al tavolo del governo». Quindi Letta cade se cade Berlu­sconi? «Questo è quello che di­cono gli stessi ministri, chiede­telo a loro». E loro, ultima il mi­nistro Nunzia De Girolamo, confermano: «Se ci fosse un vo­to contro Berlusconi non potre­mo non tenerne conto».
Il nodo è la giustizia e il Cava­liere comizia. A proposito del­l’ipotesi amnistia, dice: «Il fatto è che ogni intervento che possa favorire “anche” Silvio Berlu­sconi, non viene fatto dalla sini­stra ». E snocciola un esempio: «La Cancellieri aveva proposto di sostituire, per le persone so­pra i 70 anni, da “può”in “deve”
scontare la pena nella propria abitazione, ma la rappresentan­za della sinistra al governo ha detto no. Allora - prosegue- si è proposto la formula “deve” so­lo sopra i 75 anni ma siccome io ne ho di più, hanno detto no. Ri­sultato, mi trovo a essere causa, mi dicono, di più di 598 “vec­chietti” come noi due, caro Mar­co, che hanno passato agosto in carcere a causa mia».

Poi, un botta e risposta Berlu­sconi- Pannella sulla mancata riforma della giustizia: «Gli ita­liani, purtroppo, non mi hanno dato il 51 per cento e i miei allea­ti mi hanno sempre frenato».

E Pannella: «Quando sbagli la col­pa è sempre degli altri. È che quando ti difendi ti difendi ma­le; mentre quando hai un obiet­tivo da attaccare la azzecchi... Poi dicono che io sono matto, ma pure tu...».

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