C'è la prova: il giudice è stato pagato

Altro che consulenza gratuita di Esposito: dai conti Ispi risulta beneficiario con la moglie di 974 euro per un ruolo direttivo. ECCO LA PROVA

C'è la prova: il giudice è stato pagato

Roma - La cifra incassata non sarà esorbitante, e non è dato sapere - a meno che non voglia dircelo lui - se la paghetta ha cadenza mensile, annuale o se sia un'elargizione una tantum. O se magari serve per fare beneficenza. Ma il dato in sé non è certo indifferente, perché sembra provare che il giudice Antonio Esposito percepisca compensi dall'Istituto di formazione di famiglia, l'associazione culturale senza scopo di lucro Ispi di Sapri.

Un estratto del conto corrente dell'Ispi, aperto presso una filiale romana dell'Ubibanca, del quale il Giornale è venuto in possesso, riporta infatti un «bonifico sportello» per l'importo di 974,56 euro dalle casse dell'associazione culturale/agenzia di formazione a favore di Antonio Esposito e Maria Giffoni. La causale del pagamento è «compenso direzione centro di consulenza Sapri». La data dell'operazione indica lo scorso 27 maggio, dunque il «centro di consulenza» al quale si riferisce la causale è probabilmente lo stesso inaugurato a inizio febbraio dall'Ispi a Sapri - in convenzione e con il contributo della Provincia di Salerno - del quale ci siamo occupati ieri a proposito dell'apparente coinvolgimento, in mancanza di autorizzazioni del Csm, dell'alto magistrato nelle attività dell'Istituto di famiglia.

Il magistrato, dunque, risulta beneficiario - insieme alla moglie - di un «compenso» per un ruolo direttivo nella struttura aperta dall'Ispi. E va ricordato, come già scritto ieri, che proprio il presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione Esposito a novembre 2012 si era presentato a firmare una convenzione con l'istituto statale Dante Alighieri di Sapri in qualità di «rappresentante dell'Ispi e del Centro di consulenza psico-pedagogica presso la sede di Sapri».

Quei mille euro scarsi, insomma, sembrano collidere con l'autodifesa del magistrato, che Esposito giorni fa aveva affidato a un comunicato. Citando, a proposito del suo coinvolgimento nell'Ispi che aveva portato il Csm a decidere per il suo trasferimento d'ufficio (poi annullato dal Tar quando Esposito era già in Cassazione), un virgolettato tratto da un altro verbale del Csm del luglio 2000: «L'accurato accertamento della Sezione Disciplinare (...) consente di rivalutare nel merito l'attività compiuta dal Dott. Esposito presso l'Ispi di esclusivo impegno didattico, senza interessi patrimoniali, regolarmente autorizzata e di nessun intralcio per il normale svolgimento delle funzioni giudiziarie». Il 2013 non è il 2000, ovviamente. Ora l'interesse patrimoniale sembra esserci, mentre non c'è traccia dell'autorizzazione a ricoprire incarichi nella scuola da parte di Palazzo dei Marescialli. Non ve n'è traccia, almeno, fino a due settimane prima di quel bonifico per «compenso direzione centro di consulenza», visto che non risultano autorizzazioni per incarichi extragiudiziari concesse dal Csm a Esposito nell'ultimo elenco pubblicato sul sito web del Consiglio superiore, che «copre» il periodo fino al 13 maggio scorso. Magari l'ha chiesta in quei quattordici giorni, in tempo per l'accredito, ma non ci è possibile appurarlo.

Di certo, se la causale del bonifico non è misteriosamente errata, allora la stessa coinvolge il nome del magistrato in un ruolo direzionale nel centro gestito dall'Ispi. Ruolo che lo stesso Esposito aveva tenuto a smentire nell'ampia replica ospitata ieri sul Fatto Quotidiano, citando ancora il Csm che non confermava la testimonianza di un capitano dei carabinieri «in merito al ruolo di direttore, amministratore o organizzatore di Esposito» nell'Ispi. L'alto magistrato, per il Csm, «svolgeva esclusivamente attività d'insegnamento, non si occupava in alcun modo direttamente o tramite la moglie dei profili gestionali dell'istituto». Va detto che il magistrato si riferiva al passato, alle contestazioni oggetto del procedimento disciplinare davanti al Csm poi annullato dal Tar e smontato dallo stesso consiglio superiore anni dopo.

Da allora le cose sono forse cambiate, se le convenzioni di fine 2012 con l'istituto statale di Sapri e con la provincia di Salerno sono firmate rispettivamente dalla toga e da sua moglie. Ossia i due beneficiari di quel bonifico.

Qualora Esposito obiettasse che la cifra accreditata il 27 del mese, giorno canonico per il pagamento degli stipendi, è il compenso della sola moglie versato su un conto cointestato, la scelta suonerebbe comunque inappropriata, perché i soldi dell'Ispi a cui Esposito si dice estraneo - pur firmando atti per conto dell'associazione e presenziando come relatore agli eventi della stessa - finiscono nella sua disponibilità. E perché in un bonifico, anche se diretto a un conto cointestato, va indicato solo il nome del reale beneficiario.

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