La fa franca, questa settimana, Ilaria Salis. Pur avendone sparata un'altra delle sue, abbiamo deciso di graziarla per dar spazio anche agli altri concorrenti della nostra rubrica settimanale. E dire che lei, l'eurodeputata Avs con il pallino delle okkupazioni abusive, ce la mette sempre tutta per superare se stessa. Nei giorni scorsi, per esempio, se ne è uscita teorizzando che le carceri italiane sono razziste perché la stragrande maggioranza dei detenuti sono immigrati. "Per esempio - ha fatto notare - a San Vittore il 75% dei detenuti sono stranieri". Ora, più che "il carattere razzista del carcere", questo dato dovrebbe suggerire un altro paio di ragionamenti. E cioè che la stragrande maggioranza delle persone che delinquono sono stranieri e che non bisogna aprire le porte (e i porti) a tutti i disperati che vogliono entrare nel nostro Paese.
Ma veniamo ai premiati. Al terzo posto del podio dei peggiori abbiamo Carlo Calenda rimasto ormai con il cerino (di Azione) in mano. Avrebbe dovuto creare, insieme a Matteo Renzi, il nuovo polo di centro. Ricordate? L'addio al Pd nel 2019, le scorribande per "rubacchiare" deputati a destra e a manca, il tatuaggio con l'iniziale del partito che, però, ricorda la "a" di Avengers, gli annunci roboanti. E poi? Cinque anni dopo cosa è rimasto dei sogni di gloria di Calenda? Poco o nulla. O peggio ancora: i continui flop elettorali l'hanno costretto a rimangiarsi tutto quanto spingendolo dritto nell'abbraccio mortale del campo largo. E così non appena è sceso a patti con dem e Cinque Stelle, Azione è implosa ed è iniziato il fuggi fuggi: per non sbandare a sinistra, i suoi compagni di viaggio l'hanno abbandonato per approdare ad altri lidi. Che fine ingloriosa. Ma siamo certi che, proprio come un Avenger, Calenda troverà il modo per non morire (politicamente) con Azione: una poltroncina i suoi nuovi amici Elly e Giuseppi gliela troveranno di sicuro.
Al secondo posto troviamo Giuseppe Conte e Beppe Grillo, protagonisti della più imbarazzante soap opera politica dell'anno. Il movimento del "vaffa", della democrazia partecipata, dell'uno vale uno liquidato nella rissa tra due condomini vendicativi che minacciano, a mezzo stampa, di trascinarsi in tribunale. Eccovi un assaggio: "Sei il papà ma non puoi esercitare parental control col telecomando"; "E tu sei un autocrate, segnalerò le tue minacce agli organi del movimento". Non che rimpiangiamo gli insulti sboccati, le gogne social, le crociate manettare, ma finire a sbranarsi per difendere uno la poltrona dei propri uomini e l'altro il reddito di cittadinanza da 300mila euro (l'anno) è davvero una bassezza morale che avrebbero dovuto risparmiare agli elettori allevati per anni a pane e anti politica.
Al primo posto del podio ci sono gli anti italiani che ingrassano le fila di Pd, M5s e Avs e che pullulano nelle redazioni dei quotidiani progressisti. Prima a gufare vaneggiando che Meloni avrebbe portato l'Italia fuori dall'Europa; poi, dopo la nomina di Fitto a vice presidente esecutivo della Commissione Ue, a rosicare per l'indiscutibile successo della Meloni. Prima i soloni alla Romano Prodi a dire che con la Meloni a Palazzo Chigi, l'Italia non sarebbe stata più determinante; ora i sinistri alla Fratoianni a sbraitare che Fitto "è inadatto", che "non è la persona giusta", che è stata una "scelta deplorevole".
Anche Elly Schlein si è lamentata della "svolta troppo a destra" della Commissione Ue e a minacciare la von der Leyen di votarle contro. Un voto contro che andrebbe contro soprattutto all'Italia. Ma d'altra parte cos'altro possiamo aspettarci da questa sinistra anti italiana?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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