"A casa dei mafiosi non si va". Minniti striglia il Pd sul caso Emiliano

L'ex ministro degli Interni avvisa i dem: "Le istituzioni non affidano nessuno ai mafiosi". Poi la stoccata al governatore pugliese: "Così riconosci la sovranità a una organizzazione criminale"

screen da Piazza Pulita / La7
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“Le istituzioni non vanno a casa dei mafiosi e dei parenti di mafiosi e non affidano nessuno”. Non servono molte parole all’ex ministro dem degli Interni, Marco Minniti, per dare una lezione di postura democratica e istituzionale ai suoi colleghi di partito. Incalzato da Corrado Formigli, in studio a Piazza Pulita su La7, l’ex presidente del Copasir si esprime criticamente sul caso di Michele Emiliano e Antonio Decaro.

Una storia che inizia, in prima battuta, con la decisione del ministero dell’Interno di nominare una commissione di accesso agli atti del Comune di Bari per per verificare l'ipotesi di scioglimento della giunta e del consiglio del capoluogo pugliese. Il motivo? È presto detto: l’analisi si rende necessaria come esito ad un primo monitoraggio disposto dal dicastero degli Affari interni circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese. Da qui il caso di Antonio Decaro, sindaco di Bari e esponente di peso dem, assume una portata nazionale. E il dossier subisce una clamorosa svolta dopo le dichiarazioni del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano.

"Decaro bussa alla mia porta, bianco come un cencio, e mi ha detto: qualcuno mi ha messo una pistola dietro la schiena in piazza San Pietro a Bari", ha raccontato il governatore della Puglia sul palco di un comizio accanto al sindaco di Bari sabato scorso. "Insieme andammo dalla sorella di Capriati, il boss di quel quartiere – ha continua Emiliano - e le dicemmo come stavano le cose. Cioè che andava chiusa al traffico per salvare ad esempio i bambini dal pericolo delle macchine. Le dissi che questo era il mio assessore e che glielo affidavo. Poi alcuni mesi dopo tornammo io e Decaro a sgomberare le case dei Capriati sequestrate in quella zona". Delle parole contestate, poi ritrattate e modificate a piacere negli ultimi giorni. Dichiarazione che, se confermate, avrebbero conseguenze gravissime sulla credibilità del Partito democratico pugliese.

E infatti, una voce vicina ai dem come Minniti non si tira indietro e avvisa la sinistra. "Le istituzioni non vanno a casa dei mafiosi e dei parenti di mafiosi e non affidano nessuno, per una ragione semplicissima – sentenzia Minniti - le mafie si differenziano da una organizzazione criminale qualsiasi perché hanno il tema del controllo del territorio”.

E conclude: “Vogliono dimostrare di esercitare sovranità in concorrenza con lo Stato. Se tu vai a chiedergli di stare attenti a una cosa che sta nel loro territorio hai riconosciuto la loro sovranità". Uno scenario tanto preoccupante quanto realistico.

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