Caso Delmastro e Santanchè: l'irritazione del ministero contro le toghe

Secondo quello che emergerebbe da fonti di via Arenula, il governo sarebbe pronto ad apportare delle modifiche normative riguardanti lo sviluppo della varie fasi delle indagini giudiziarie

Caso Delmastro e Santanchè: l'irritazione del ministero contro le toghe
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Il governo Meloni sembrerebbe essere intenzionato ad apporre delle modifiche sostanziali sia sulla diffusione di atti riservati sia sullo sviluppo delle varie fasi delle indagini dei magistrati, soprattutto dopo quello che è emerso rispettivamente nei casi giudiziari di due esponenti dell'esecutivo come Daniela Santanchè e Andrea Delmastro Delle Vedove. Stando infatti a quanto trapela da fonti del Ministero della Giustizia, riportate dall'agenzia Ansa, a proposito di quello che è capitato alla ministra del Turismo, viene manifestato "lo sconcerto e il disagio per l'ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato. La riforma proposta mira ad eliminare questa anomalia tutelando l'onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva".

Le stesse fonti di via Arenula, poi, osservano un altro tipo di anomalia che invece ha coinvolto il sottosegretario alla Giustizia. Nel processo che segue all'imputazione coatta, infatti "l'accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso - si sottolinea -. Nel processo accusatorio il Pubblico ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell'azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l'accusatore stesso non crede". Quello che viene successivamente specificato dalle medesime fonti del ministero della Giustizia è che "la grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive. Per questo è necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio", concludono.

Il presidente dei senatori e dei deputati di Fratelli d'Italia, Lucio Malan e Tommaso Foti, si erano recentemente chiesti: "Ieri Santanchè e oggi Delmastro, siamo profondamente preoccupati. È un avviso di campagna elettorale?".

I riferimenti sono relativi all'inchiesta sulla senatrice di FdI e al sottosegretario del dicastero guidato da Carlo Nordio la cui richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma per rivelazione di segreto d'ufficio sul caso Cospito non è stata accolta dal gip, il quale ha così fatto scattare l'imputazione coatta per quel reato.

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