Chi è Gianni Alemanno, l'ex sindaco di Roma

Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, aveva da poco ripreso a far politica col suo movimento Indipendenza! dopo essere stato condannato per traffico illecito di influenze nell'ambito dell'inchiesta Mondo di Mezzo

Chi è Gianni Alemanno, l'ex sindaco di Roma
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Da ministro dell'Agricoltura a sindaco di Roma fino all'arresto di poche ore fa per aver violato gli obblighi di sorveglianza dei servizi sociali. Questa la parabola discendente di Gianni Alemanno, leader del movimento di estrema destra Indipendenza! da lui fondato nel 2023.

La carriera politica di Alemanno si era interrotta dieci anni fa dopo essere stato indagato nell'ambito dell'inchiesta "Mondo di Mezzo" avviata dall'allora procuratore capo Giuseppe Pignatone e dai magistrati Prestipino, Tescaroli, Cascini e Ielo che lo indagarono con le accuse di associazione mafiosa (poi caduta) e di finanziamento illecito dei partiti. Secondo le carte dell'inchiesta ribattezzata Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, uomo storicamente legato al centrosinistra capitolino, avrebbe veicolato attraverso le sue cooperative circa centotrentamila euro all'ex sindaco. Se l'accusa di associazione mafiosa cadde subito e venne archiviata come per altri indagati di spicco, nel 2017 restava ancora in piedi l’unica accusa di finanziamento illecito dei partiti.

"È chiaro ora perché in uno stato di diritto va difesa la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva", disse all'epoca l'ex piddino Roberto Giachetti. Durante il dibattimento sceglie la via della riservatezza, affidandosi ai suoi avvocati difensori, Franco Coppi e Cesare Placanica.


Nel mirino della magistratura c'era l'associazione politica di Alemanno, La Nuova Italia, di cui era tesoriere Franco Panzironi che, in sede processuale, ammise:"La maggior parte dei soldi (ricevuti, ndr) vennero distribuiti con bonifici in occasione di cene elettorali ma una parte fu corrisposta in contanti...come quelle recapitate in una cartellina rossa con l’elastico consegnato a mano da Buzzi: le presi ma non le contai...".
In primo grado arriva la condanna con le seguenti motivazioni: "Il modulo organizzativo utilizzato dal sindaco Alemanno non è stato di certo un valido presidio a garanzia della trasparenza, dell’economicità ed efficienza nell’operato dell’amministrazione ma ha contribuito alla formazione di zone d’ombra idonee a generare comportamenti distorsivi e illegittimi". Alemanno avrebbe speso i soldi arrivati da Buzzi per scopi "personali". In Cassazione, però, l'avvocato Placanica riesce a ridimensionare le accuse e ad ottenere per il suo assistito una condanna a un anno e dieci mesi con l’accusa di traffico di influenze. Alemanno inizia così il percorso dei servizi sociali all'interno della comunità Solidarietà e Speranza di Suor Paola e riprende a far politica attiva apparendo anche come ospite in alcune trasmissioni televisive dove si batte per la fine del conflitto russo-ucraino e dove contesta l'operato del governo Meloni. Il resto è storia di queste ore.

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