"Chi nasce in Italia è italiano". Schlein si aggrappa ancora allo Ius Soli

Elly Schlein non ha imparato la lezione dei suoi predecessori e continua nella battaglia ideologica e senza futuro dello Ius Soli in Italia

"Chi nasce in Italia è italiano". Schlein si aggrappa ancora allo Ius Soli
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Elly Schlein sarebbe dovuto essere il volto nuovo del Partito democratico, la rivoluzione del Nazareno, ma le sue argomentazioni sono quelle che da vent'anni ogni segretario che si è avvicendato in quella posizione ha cercato di portare avanti. Tra queste c'è anche lo Ius Soli, che sembrava ormai appartenente alla preistoria ma Schlein, dal palco di piazza del Popolo, è riuscita a riportarlo in vita. Ancora una volta, il segretario del futuro dimostra di non capire, o forse non le interessa, quelli che sono i temi che il mondo reale vuole vengano portati avanti. Tutti i segretari prima di lei sono andati a sbattere cavalcando lo Ius Soli e la cittadinanza ma lei, imperterrita, prosegue su questa strada.

"Serve una legge sulla cittadinanza che dica chiaramente che chi nasce in Italia è italiano", insiste Schlein, sostenendo la necessità di un cambio della Bossi-Fini. Ma questa battaglia, il segretario, la fa nel momento storico peggiore. Con l'Europa che si risveglia giorno dopo giorno con una nuova minaccia terroristica alle porte e con la paura di sollevazioni popolari nelle grandi città per mano proprio dei cittadini di seconda generazione, come può Schlein pensare che gli italiani la seguano in questa crociata? Anche perché sono gli stessi giovani nati in Italia che spesso dicono di non sentirsi tali e, oltre a dirlo, lo dimostrano quotidianamente. La segreteria del Pd cambia volto ma non riesce a scrollarsi di dosso l'etichetta ideologica che, ormai, gli elettori sono stufi di assecondare come dimostrano i sondaggi.

Schlein è l'esempio lampante di quella che è la sinistra radical-chic, che solo in Italia e in pochi altri Paesi sembra riuscire a sopravvivere: perfino la Germania si sta risvegliando dal torpore e sta cambiando la sua posizione sulla posizione migratoria. Olaf Scholz, parte dei socialisti europei, ha chiaramente tracciato una linea che quasi converge con quella conservatrice in materia di migranti. Ma il Pd e Schlein proseguono con il paraocchi in un percorso che fa perdere ogni giorno più elettori al Pd.

Scholz ha dichiarato pubblicamente di voler studiare l'accordo tra Italia e Albania per i migranti, che Schlein continua a contestare, forse pensando di avere un qualche peso in parlamento, dove la maggioranza che supporta il governo è sempre più solida. "Con l'Albania non c'è nessun accordo perché in questo Paese gli accordi internazionali passano dal Parlamento e noi non abbiamo visto nulla. È una sorta di respingimento collettivo verso un Paese terzo.

Mi sembra che Meloni si inventi di tutto pur non di non fare l'unica cosa giusta: cambiare le regole in Ue e convincere il suo amico Orban a dire sì", ha detto Schlein, senza nemmeno sapere cosa sia un respingimento, evidentemente. Ennesima gaffe di un segretario che vive in una realtà alternativa.

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