Cittadinanza, Piantedosi chiude allo Ius Scholae: "Italia prima nelle concessioni"

Il ministro dell'Interno è convinto che non sia assolutamente necessario cambiare la legge sulla cittadinanza, benché eventualmente la discussione parlamentare dovrà essere affrontata senza condizionamenti ideologici

Cittadinanza, Piantedosi chiude allo Ius Scholae: "Italia prima nelle concessioni"
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Il tema della concessione della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri arriva fino al Meeting di Rimini. Qua Matteo Piantedosi cerca di ricostruire che cosa è previsto nel ordinamento italiano: "C'è addirittura uno spunto di ius soli", ricorda. Ovvero è concessa la cittadinanza allo straniero che è nato in Italia e "che vi abbia trascorso la vita fino al 18esimo anno di età". Inoltre, "contrariamente a quanto ho letto da qualche organo di stampa, non è vero che su questo tema ci siano istruzioni perché questo meccanismo di ricostruzione della permanenza sia molto rigoroso".

Anzi, sono state aggiornate di recente le "istruzioni date a tutti gli organismi interessati che va considerata l'effettività del periodo di permanenza anche a prescindere da ferie trascorso altrove". Anche perché allo stesso tempo, si sottolinea come l'Italia riconosca nuove cittadinanze a stranieri in misura maggiore di altri Paesi europei: per esempio "quasi il doppio di quanto fatto in Francia e in Germania". Senza dimenticare che occorrerebbe capire quale sia "il vero fabbisogno di cittadinanza e integrazione, e cosa fare perché si completi il percorso".

Insomma, qualsiasi ulteriore modifica risulterebbe inutile, come poi confermato in una successiva nota ufficiale diramata dal Viminale dove vengono riportati i dati ufficiali di Eurostat: Nel decennio 2013-2022 l'Italia ha concesso 1.463.330 cittadinanze, il numero più alto in Europa. "L'Italia detiene il record nel 2015, 2016, 2017, 2020 e 2022". Scendendo nel dettaglio degli anni recenti, nel 2023 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana "hanno sfiorato i 200.000 (199.995) mentre la Spagna ne ha rilasciate 240.208, la Germania 200.100 e, infine, la Francia 97.288". Se però si osserva il 2022, emerge che nell'Ue sono state in totale 989.940 le persone che hanno acquisito la cittadinanza del Paese in cui vivono, con un aumento di circa il 20% (+163.100) rispetto al 2021: "Quelle che hanno avuto la cittadinanza italiana sono state 213.716, il 76% in più rispetto al 2021, quando erano diventate italiane 121.457 persone. La maggior parte delle nuove cittadinanze rilasciate nel 2022 è stata quindi concessa dall'Italia (22% del totale dell'Ue)".

Questa la posizione ufficiale del governo. In ogni caso, aggiunge il ministro dell'Interno, il Parlamento è sovrano e il dibattito è legittimo: "Se questa discussione sulla cittadinanza serve ad aggiornare il panorama delle valutazioni che un Paese come il nostro deve fare sui processi di integrazione che sono dietro l'istituto della cittadinanza italiana, va benissimo". Tuttavia il titolare del dicastero del Viminale ritiene "che questa discussione vada fatta scevra da condizionamenti ideali o addirittura ideologici", evidenzia durante il Meeting. Secondo Piantedosi noi dobbiamo porci il problema "che la sostenibilità dei processi migratori si nutre anche del fatto che si tratta di persone di cui dobbiamo immaginare la centralità nella nostra società, da qualsiasi parte provengano". Ecco perché non potrebbe bastare dare soltanto "soddisfazione a quelli che sono i cosiddetti bisogni primari nei quali includo anche quelli che hanno una suscettibilità di valutazione economica, ma bisogna anche porsi il problema di come li rendiamo nostri cittadini".

Presente al Meeting di Comunione e Liberazione anche Matteo Salvini, il quale invece è più categorico sull'argomento. Secondo il vice presidente del Consiglio, infatti, lo ius scholae "non è una priorità e non è nell'agenda di governo. Non ho voglia di fare polemica". Il ministro dei Trasporti aggiunge che l'Italia è il paese europeo che concede più cittadinanze di tutti: "Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania. Quindi legge che va bene non si cambia". Un dialogo alle modifiche potrebbe esserci solo ed esclusivamente "se la legge non funzionasse. Qual è il Paese europeo che contiene più cittadinanze in tutta Europa con la legge vigente? L'Italia. La legge funziona. Punto".

D'accordo con lui anche Massimiliano Fedriga: "Credo che la cittadinanza non sia un processo per integrare ma un certificato di avvenuta integrazione. Quindi io utilizzerei cautela perché altrimenti si rischiano delle distorsioni", afferma il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia a margine di un incontro a Trieste. Rispetto alle posizioni di Forza Italia aggiunge: "Se una forza politica di maggioranza avanza una proposta, seppur al di fuori del programma di governo, altrettanto decisamente le altre forze politiche di maggioranza possono dire la loro".

Più in generale, rispetto al fenomeno dell'immigrazione, il leader della Lega certifica che "Aiutare l'immigrazione regolare e l'integrazione è fondamentale: è una delle priorità della Lega e di questo governo", dice Salvini. Ed è per questo, dunque, che "abbiamo più di un'iniziativa in corso".

Questo, ovviamente, "deve essere coincidente con la lotta ai trafficanti di esseri umani e con la certezza dei diritti e dei doveri per tutti. Più persone perbene ci sono in Italia, a prescindere dal Paese di nascita, meglio è. Su questo siamo assolutamente d'accordo", chiosa.

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