"Clima violento come negli anni 70". Sale la preoccupazione per gli atenei italiani

Dalla storica Anna Foa un quadro preoccupante su quel che sta succedendo negli atenei e nelle scuole italiane: "La scena è ormai tutta del collettivo Cambiare Rotta, un gruppo estremista"

"Clima violento come negli anni 70". Sale la preoccupazione per gli atenei italiani
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Dopo anni di violenze, schermate dietro il solito muro ideologico, sembra che sempre più persone si stiano rendendo conto dell'effettiva connotazione del collettivo Cambiare rotta. Il gruppo, che si connota come "organizzazione giovanile comunista", è costantemente presente nelle occupazioni, anche violente, sia in quelle liceali che in quelle universitarie. È in prima linea in gran parte delle manifestazioni che sfociano in contatti con le forze dell'ordine e, anzi, cerca quel contatto per poi innescare le polemiche politiche che ne seguono. Ma nonostante i tentativi del Partito democratico e del Movimento 5 stelle, che un più occasioni hanno cercato di intestarsi le loro battaglie, da Cambiare rotta è stato più volte dichiarato che non vogliono aver alcun legame con gli esponenti dell'opposizione parlamentare.

L'ultimo atto della guerriglia condotta da questo collettivo si è registrato all'università La Sapienza di Roma, dove è stato occupato il rettorato e dove ieri si sono registrate tensioni con le forze dell'ordine. "Questo clima mi ricorda l’avvento degli autonomi alla Sapienza a metà degli anni’70, un periodo di occupazioni continue e violente molto diverso dal’68", ha spiegato la storica Anna Foa. "La scena è ormai tutta del collettivo Cambiare Rotta, un gruppo estremista venuto fuori all’improvviso i cui proclami fanno riferimento alla lotta dei terroristi, evocano Barbara Balzerani, parlano di Gaza ma anche di Ucraina con posizioni assolutamente filo Putin", ha proseguito, rendendosi anche disponibile a un incontro con il collettivo per un confronto. "Siamo oltre il boicottaggio di Israele", ha sottolineato, ribadendo la linea dei "no manganelli".

Quel che sta accadendo nelle università, così come nelle scuole, è grave: "Non sono complottista e non credo in regie occulte dietro le quinte, ma vedo una forte matrice ideologica, molti studenti sono comunisti e l’Italia è il Paese dove il sostegno a Putin è più massiccio". La studiosa, che sostiene di non vedere l'ora "che Netanyahu sconti le sue responsabilità politiche anche sul 7 ottobre", considera assurdo il boicottaggio. Anna Foa è una delle più note studiose del nostro Paese, con alle spalle una lunga storia di attivismo politico.

Era presente alla battaglia di Valle Giulia (1º marzo 1968, Roma) ma non riconosce in questi giovani i valori che si ritrovavano negli studenti impegnati del passato: "Ho paura di quanto poco sappiano questi studenti. Usano vecchie parole d’ordine senza consapevolezza. Forse i docenti dovrebbero insegnare meglio. A 80 anni io non posso più e scrivo".

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