Ddl diffamazione, ok a testo base. Ritirati gli emendamenti

La commissione Giustizia del Senato ha approvato la versione rivista e corretta di Filippo Berselli. Hanno votato contro solo Api e Lega

Alessandro Sallusti, direttore de  Il Giornale
Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale

La commissione Giustizia del Senato ha approvato il ddl diffamazione nella versione rivista e corretta di Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato. Hanno votato contro solo Api e Lega. Tutti gli emendamenti sono stati ritirati e verranno ripresentati all'esame dell’Aula martedì prossimo.

Il segretario dell'Api, Francesco Rutelli, aveva tentato, con un emendamento, di reintrodurre la pena accessoria dell’interdizione. Chi dopo essere stato condannato per il delitto della diffamazione riporta nei due anni successivi una nuova condanna per il medesimo delitto può essere sottoposto, tenuto conto della gravità dei fatti, alla pena accessoria dell’interdizione dalla professione giornalistica da uno a sei mesi. Pena che aumenta sino a un anno se si torna a "delinquere", recitava l'emendamento.

Alla versione "light" del provvedimento sono state presentate in tutto dieci proposte di modifica di cui tre dell’Api, cinque dell’Idv e due di Vincenzo Vita. "Il testo è passato così come lo avevo presentato ieri. I presentatori di tutti e 10 gli emendamenti li hanno ritirati e probabilmente li ripenseneranno in aula", ha spiegato Berselli.

Il testo, su cui si era raggiunta una intesa politica ieri nella maggioranza che sostiene il governo Monti,

elimina la previsione del carcere in caso di diffamazione a mezzo stampa, fissa tra 5mila e 50mila euro la sanzione pecuniaria e disciplina la rettifica, prevedendo che sia pubblicata "senza commento".

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