Il «diritto all'estinzione» del Movimento 5 Stelle è stato evocato da Beppe Grillo dopo la sospensione del suo contratto. Grillo, genovese doc, non può certo essere accusato di avarizia.
Come scriveva il mitico paroliere Giorgio Calabrese nel libro a lui dedicato E sottolineo se, Giorgio Calabrese un italiano medio senza rete (Coniglio editore 2024): «L'avarizia genovese è un mito senza rispondenza nella realtà quotidiana. Il genovese è un ottimo pagatore e non bidona nessuno. Soltanto, parla prima di pagare, vuole sapere perché o per che cosa paga. Tutto lì».
E se un genovese parla prima di pagare, figurarsi come reagisce quando non viene pagato.
Non a caso, in Liguria ha vinto Bucci e il M5S ha dimezzato i voti.
La grande capacità di Grillo, come comico, è stata quella di selezionare un'armata Brancaleone di caratteristi capaci di ispirare simpatia involontaria. Un gruppo che ha conquistato il governo alleandosi prima con una parte politica, poi con un'altra, dimostrando un brio decisamente post-ideologico.
Ma forse la vera battaglia inizia esattamente ora, dopo la tensione della campagna elettorale. Ne abbiamo avuto un assaggio quando l'ex garante, con ritrovata lucidità, ha definito l'ex premier Conte «il Mago di Oz».
La vera forza di Grillo non risiede nell'impeto momentaneo, ma nella sua lucida e certosina
capacità di seppellire ogni cosa con una profonda e ridondante risata.Forse è giunto il momento in cui l'umorismo tornerà ad essere la sua arma principale, in una politica che sembra aver perso il senso dell'ironia.
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