Andare in gita in Francia? Costa troppo, se alla comitiva s'aggiunge anche la compagna disabile. Meglio lasciarla a casa. Ma lei pubblica la storia su Facebook e i suoi amici ci ripensano: s'andrà altrove, tutti insieme.
Lieto fine per la favola triste di Valentina, nome di fantasia che incarna la vicenda reale di una ragazza di 18 anni, da 5 costretta su una sedia a rotelle, studentessa della Quinta del liceo artistico «Michele Fanoli» di Cittadella, provincia di Padova.
Non c'è spazio per trine e merletti nel racconto che viaggia in rete alla velocità del cinismo, prima di deragliare in cronaca dai binari di un universo virtuale sempre più vero e doloroso. Anche al «Fanoli» con l'avvicinarsi della primavera tra i banchi s'inizia a pensare al viaggio d'istruzione. Quello dell'ultimo anno è per definizione il più atteso. Senza dubbio il più affascinante per chi s'affaccia sul mondo degli adulti con la straripante voglia di fare e d'essere della giovinezza. La scelta è unanime: si va a Parigi. Quando però si passa alla fase organizzativa, cominciano i guai. Finanziari: perché Valentina possa far parte della comitiva è indispensabile raggiungere la capitale transalpina in aereo. Con inevitabile sovrapprezzo rispetto al solito pullman granturismo. Così tra i liceali inizia a serpeggiare il malcontento. Nessuno ne parla con l'interessata, pure perché lei alle gite scolastiche ha sempre rinunciato, per non essere d'intralcio. Ma stavolta vuole esserci, e la sua volontà diventa motivo di discussione. E per molti di fastidio. Il dibattito corre su Whatsapp, raggiungendo infine il telefonino della diciottenne. Che si vede girare un messaggio firmato da una collega di studi, che confida il proprio punto di vista ad un'altra ragazza. «Per la gita 600 euro sono troppi. Non siamo né martiri né ricchi. Nessuno da noi si aspetta che abbiamo tutto questo buon cuore di accettare la spesa pur di portare la compagna disabile in Francia». Certo, «lei ci starà davvero male, dato che sono 5 anni che aspetta l'occasione di trascorrere con noi una gita», ma non sarà la fine del mondo. Piuttosto, la salvezza delle moltitudini che bramano di sfilare tra le boutiques degli Champs Elysées. Del resto, «ogni buon re sa che ogni singolo uomo è sacrificabile per salvare il popolo intero. Vogliamo davvero rendere tristi 20 persone quando possiamo renderne triste solo una? Secondo me urge una votazione, tanto per fare una distinzione tra chi sia d'accordo a lasciare a casa la nostra compagna e chi vuole aspettare di risolvere tutti i casini che riguardano il suo problema».
Valentina non crede ai suoi occhi. La rabbia è il sentimento che affiora tra le sue lacrime. D'istinto si sfoga sulla sua bacheca Facebook, prima di ripensarci sotto le richieste pressanti degli altri studenti. Ma la sorella non ci sta. Non cede d'un millimetro e sul social forum rende pubblica la cosa. Quando scoppia il caso, Cittadella piomba come in un incubo. «Il tema della disabilità è stato sempre affrontato con la giusta attenzione e con notevoli investimenti da parte di Usl e Comune», fa sapere da Roma, mentre è asserragliato nell'ufficio di presidenza del Senato, il senatore leghista Massimo Bitonci, a lungo sindaco della città. «In un ambito che tocca la dignità e l'uguaglianza delle persone - aggiunge - non possono prevalere motivazioni economiche: se necessario, sono disposto a contribuire personalmente per far sì che in gita a Parigi vadano tutti».
Non ce ne sarà bisogno: ieri dal «Fanoli» è arrivato il dispaccio che annuncia la pace.
L'autrice del messaggio, pentita, s'è profusa in pubbliche scuse. E la sua classe ha deciso di rinunciare alla tour Eiffel: per avere in mezzo a sé Valentina si troverà una meta economica, più a portata di mano. Magari anche più vicina al cuore ed alle sue ragioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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