Dossieraggi, Crosetto: "Capire se esiste un filo rosso"

Il ministro Crosetto ha pubblicato una lunga riflessione sul caso dei dossieraggi: "Rendere impossibile l'utilizzo delle banche dati per scopi che non siano quelli autorizzati"

Dossieraggi, Crosetto: "Capire se esiste un filo rosso"
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Il tema dei dossieraggi è tornato caldo con l'inchiesta di Milano, che ha scoperchiato un'organizzazione dietro una società di investigazioni, capace di violare tutti i sistemi delle banche dati statali, incluse quelle del ministero dell'Interno. Il gruppo ha avuto accesso totale ai dati tutti i cittadini, le aziende e le società, inclusi giornalisti, politici, industriali, imprenditori ecc. Come è stato spiegato durante la conferenza stampa, l'indagine è solo all'inizio, è stato scoperchiato il sistema ma con l'analisi dei device delle persone sotto indagine si potrà andare a fondo in quella che è la vera portata delle infiltrazioni. "Sarebbe importante sapere se esiste un filo rosso", ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, attraverso un lungo post su X in cui mette in fila alcune considerazioni.

Di indagini sui dossieraggi, al momento, ce ne sono in effetti diverse in Italia, partite quasi un anno fa con il caso di Perugia. "Da quando ho lanciato l'allarme sul caso Dossier (cioè sui poteri affidati dallo Stato per la sicurezza e la giustizia ed utilizzati da alcuni, molti, per scopi illeciti, illegali ed illegittimi) si è aperto un vaso di Pandora", scrive il ministro. "Prima l'inchiesta di Cantone, nata dalla mia denuncia, poi il caso di Bari sull'accesso ai conti bancari di persone note ed oggi questo enorme scandalo milanese di hackeraggio e dossieraggio. All'inizio, ma ancora in questi giorni, in molti ironizzavano e cercavano di sminuire gli 'allarmi di Crosetto' o i 'complotti evocati da Crosetto'. Ora in tanti stanno capendo ed ammettono, i più tacciono", ha proseguito.

Per lungo tempo, il ministro ha preferito tacere sul tema, ma oggi che è emerso uno dei casi più gravi ha deciso di tornare sull'argomento lanciando un avviso: "L'abuso non è finito, come si dimostra con l'inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito. Occorre, ed il Governo si sta muovendo in tal senso, rendere impossibile l'utilizzo delle banche dati per scopi che non siano quelli autorizzati dalla legge. Occorre punire chiunque abbia abusato del proprio ruolo o del proprio potere finora, sia dipendente pubblico che privato". Occorre, ha sottolineato Crosetto, "punire anche chi ha utilizzato queste informazioni e chi le ha commissionate. La cosa più importante sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell'inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni".

Tutto quello che è finora è emerso, Crosetto lo considera "la punta dell'iceberg" di un malcostume molto diffuso, che deve necessariamente portare a delle riflessioni, soprattutto negli ambienti della politica e del parlamento, per capire

"come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni".

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