Ecco tutti i flop giornalistici di Report

Dal caso Renzi-Mancini all'inchiesta sui polli Fileni sono numerose le inchieste giornalistiche di Report che si sono rivelate un flop

Ecco tutti i flop giornalistici di Report
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'Il pedigree politico di Alessandro Giuli: il racconto di Rainaldo Grazianì”. È questo il titolo dell’inchiesta di Report sul ministro della Cultura che andrà in onda domani sera su RaiTre.

Sigfrido Ranucci aveva già spiegato che il ‘caso Spano’ era solo una prima parte di un’inchiesta più ampia di cui si parla ormai da circa una settimana. Nel corso della puntata verranno svelate gli esordi politici di Giuli che iniziano dentro Meridiano Zero, formazione della destra extraparlamentare."E c'era bisogno che lo dicesse Rainaldo Graziani? Lo avevo già scritto io in passato, sul Foglio", ha commentato Giuli, svelando che quel che verrà trasmesso non sarà uno scoop inedito. Insomma, Ranucci, dopo aver suonato la grancassa, si appresta a mandare in onda l’ennesimo flop giornalistico. E non è l’unico caso. Esiste una lunga serie di inchieste di Report che non hanno portato a nulla di concreto e che sono state fatte solo per screditare l’avversario politico di turno. Domani, infatti, Report, in pieno silenzio, proprio mentre saranno aperte le urne in Liguria per eleggere il nuovo presidente di Regione, tornerà a parlare dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Giovanni Toti. Ma non solo.

Sigfrido Ranucci e il giornalista Giancarlo Mottola, infatti, come ha rivelato Il Giornale, rischiano la condanna in quanto accusati di concorso in diffamazione aggravata in due distinti processi in corso a Varese. Tra le parti lese ci sono il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, sua moglie e Maria Luisa Fontana, figlia del governatore della Lombardia Attilio. Il nodo del contendere sono due servizi che risalgono all’ottobre 2020 che riguardano presunti favoritismi il ministro Giorgetti avrebbe fatto ad alcuni “amici e colleghi di partito”, mentre al presidente della Regione si imputa un conflitto di interessi legato alla carriera di sua figlia all’interno di Asst Nord Milano.

In autunno, il programma di Raitre era finito nel mirino della commissione di Vigilanza Rai per alcune inchieste su esponenti del centrodestra. “Dov’era l’inchiesta nel servizio giornalistico riservato alla seconda carica dello Stato?”, aveva chiesto Francesco Filini, capogruppo di FdI in commissione che, poi, aveva aggiunto: “C’era un abbondante uso del condizionale e strani collegamenti tra familiari defunti e Cosa Nostra. Una cosa abbastanza grave” Il forzista Maurizio Gasparri, invece, aveva incalzato il conduttore citando “il telericiclaggio (in riferimento all’inchiesta sul ministro Urso mandata in onda decine di volte, il telebaiardismo, teleColombia, telespia sul caso Mancini, teleLavitola”. E, in effetti, sotto la lente d’osservazione dello scrupoloso Ranucci è finito il mondo del renzismo. Anche in questo caso si è trattato di servizi giornalistici che hanno generato “tanto rumore per nulla”. Per giorni e settimane si è parlato del caso Banca Etruria e del misterioso incontro all’autogrill tra Matteo Renzi e l’agente dei servizi Marco Mancini. Cosa rimane di tutto ciò? Tante assoluzioni nel primo caso e tanto fumo, ma niente arrosto nel secondo.

E, rimanendo in cucina, non si può non ricordare la doverosa smentita che Ranucci ha dovuto fare in diretta tivù riguardo all’inchiesta sui polli Fileni condotta dalla giornalista Giulia Innocenzi, ammettendo di fatto che gli animali in questione sono realmente bio e allevati senza ogm.

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