Il dietrofront di Sala sul caso Ramy: cosa ha detto il sindaco di Milano

A gennaio il sindaco di Milano aveva puntato il dito contro gli agenti. Disse: "Hanno sbagliato, le loro parole inaccettabili"

Il dietrofront di Sala sul caso Ramy: cosa ha detto il sindaco di Milano
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I fatti sono noti: i risultati della consulenza tecnica cinematica disposta dalla Procura milanese per il caso Ramy Elgaml – il diciannovenne morto al Corvetto lo scorso novembre dopo essere sfuggito al’alt dei carabinieri – hanno scagionato gli agenti. Una buona notizia per gli uomini in divisa, da mesi attaccati con accuse indecenti. In molti, politici e non, hanno chiesto le scuse di chi ha biasimato l’operato delle forze dell’ordine, compreso Beppe Sala, anche se il sindaco meneghino potrebbe aver fatto un passo indietro.

"Non è un problema di opinioni, io ho osservato quello che è successo ma sono solo felice del fatto che attraverso le analisi si sia dimostrato che i carabinieri" hanno agito bene: queste le parole del primo cittadino di sinistra a margine dell'inaugurazione di un nuovo complesso di housing sociale. Un giudizio nettamente diverso rispetto a quello espresso a gennaio, quando aveva sostenuto che i carabinieri potevano aver commesso un errore: "Io ho espresso quell'opinione perché dalle immagini abbiamo visto un inseguimento a una velocità molto elevata, con un ragazzo che non aveva un casco. Poi ne parleremo con il comandante dei carabinieri con cui il rapporto è non solo proficuo ma estremamente collaborativo".

Meglio tardi che mai, questo è certo. A gennaio, intervistato da Rtl 102.5, Sala si era espresso così: "Mi son fatto l'idea che ora, come dice il padre (di Ramy, ndr), non dobbiamo andare addosso ai carabinieri. Ci sono alcuni che sbagliano e poi c'è il grosso dei carabinieri che fa cose giuste. Qui hanno sbagliato, hanno fatto un inseguimento notturno di 20 minuti e in ogni caso quelle parole sono inaccettabili" riferendosi alle frasi pronunciate dai militari e documentate da un video registrato da una dashcam. Giudizi perentori ma smontati dagli esperti.

E Sala non è stato l’unico, basti pensare al suo super consulente Gabrielli (“l’inseguimento non si è svolto nella modalità corretta”) oppure alla segretaria dem in Lombardia Roggiani (“Ramy è stato ucciso dai carabinieri”). Per il momento nessun mea culpa.

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