La fiaccolata per Navalny macchiata dai cori contro la Lega

La fiaccolata bipartisan tenutasi stasera a Roma in ricordo del dissidente Alexei Navalny si è trasformata in una contestazione nei confronti della Lega

La fiaccolata per Navalny macchiata dai cori contro la Lega
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Roma ricorda Alexei Navalny. Una gigantografia con la foto dell'oppositore russo portato alla morte dal regime di Putin ha fatto da sfondo alla fiaccolata bipartisa indetta da Carlo Calenda.

Un centinaio di persone, tra cui una nutrita folla di russi che sventolavano una bandiera bianco-blu creata dopo lo scoppio della guerra. "È la bandiera russa priva del colore rosso del sangue causato dal conflitto", ci spiegano i dissidenti del regime putiniano mentre ascoltano i racconti dei connazionali che sono scappati dalla loro madre terra. E mentre vengono deposti vari mazzi di fiori, candele e altri oggetti sotto la foto di Navalny, all'inizio della scalinata che porta al Campidoglio si consuma la contestazione nei confronti di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato accusato di essere sostenitore di Putin. "Vergogna, vergogna". E ancora: "parlaci di Savoini, dove sono i 49 milioni? Vattene a Mosca, leghista". Una contestazione che, data la circostanza, appare decisamente fuori luogo. Romeo definisce ipocrita "chi si dice liberale e democratico e poi vuole vietare la piazza alla Lega". Una contestazione che viene mal vista anche da Calenda che commenta: "Chiunque è qui oggi è per ricordare un martire della libertà. E siccome la libertà è un valore universale è importante ricordarlo senza polemiche". All'evento, infatti, hanno partecipato delegazioni di tutti i partiti, anche di maggioranza. Nessuno escluso. In piazza erano presenti sia la segretaria del Pd Elly Schlein e il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri sia il meloniano Giovanni Donzelli e il ministro per lo Sport Andrea Abodi. Immancabili anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e quello della Uil Pierpaolo Bombardieri.

"Abbiamo subito aderito perchè siamo convinti che bisogna alzare la voce contro un regime che uccide la libertà, che uccide il dissenso. Ci sono chiare responsabilità politiche dietro la morte di Navalnyj, risalgono al regime russo, risalgono a Vladimir Putin", ha detto la Schlein, a margine della fiaccolata, mentre Gualtieri su X ha parlato di "forte segnale di unità del Paese e della comunità internazionale". E ha aggiunto: "Chiunque ami i valori della libertà e della democrazia non può accettare questa morte in silenzio".

E mentre gli esponenti di +Europa e i Radicali hanno posto l'accento sulle presunte ambiguità della Lega, il meloniano Donzelli ha posto l'accento sul fatto che in piazza erano presenti tutte le forze politiche ce ha concluso: "Chi ha contestato Romeo ha sbagliato, questa piazza deve dare un messaggio unitario, non divisione. Chi pensa a sollevare polemiche non ha capito nulla del significato di questa piazza".

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