“Fulmine a ciel sereno”. Il malumore di Calenda per il Renzi "direttore"

Il leader di Azione lancia un monito all'ex premier: "Non mischi Il Riformista con il Terzo Polo, sarà necessario tenere separati i due piani"

“Fulmine a ciel sereno”. Il malumore di Calenda per il Renzi "direttore"

Siamo ai titoli di coda. Il matrimonio terzopolista tra l’ex premier e numero uno di Italia Viva, Matteo Renzi, e il leader di Azione, Carlo Calenda non sembra funzionare. L’esperienza moderata, riformista e centrista, sempre indietro nei sondaggi a livello politico, ora si ferma sul piano interpersonale. La scelta del leader di Italia Viva di assumere il ruolo di nuovo direttore del Riformista ha stupito, se non infastidito, Carlo Calenda e i suoi: “Dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito”.

Il malumore di Calenda

La notizia del “doppio lavoro” di Matteo Renzi, alleato terzopolista con Calenda e nuovo direttore responsabile del Riformista, ha scoperchiato tutte le divergenze interne al Terzo Polo. Una scelta, tra l’altro, che metterà a forte rischio il progetto del “partito unico”, fortemente voluto dal leader di Azione. Carlo Calenda, evidenzia un retroscena del Corriere della Sera, è stato l’ultimo a sapere del doppio incarico assunto dal suo “alleato”. E se in pubblico il numero uno di Azione prova a smorzare i toni, in privato è andato su tutte le furie. “È stato un fulmine a ciel sereno”, ha confidato ai suoi collaboratori. “Quando Renzi prenderà una posizione – si chiede Calenda con il suo cerchio magico – lo farà come esponente politico o come direttore?”.

Il malumore, più o meno velato, o più o meno nascosto dalle dichiarazioni pubbliche, persiste ed è destinato a rimanere. I mille ruoli interpretati dall’ex premier non hanno mai convinto fino in fondo il leader di Azione che rilancia: “La chiarezza dei ruoli per me è indispensabile. Quando è finita la mia esperienza da ministro - rivendica con forza Calenda – per un anno io non ho accettato né consulenze né incarichi”.

Il doppio incarico di Renzi

L’intento politico di Matteo Renzi è chiaro: allontanarsi dal progetto centrista con Calenda, giocare a carte scoperte una nuova partita editoriale e politica e non per ultimo, riacquistare consenso politico facendo, allo stesso tempo, opposizione sia all’esecutivo di centrodestra sia alla nuova sinistra radicale di Elly Schlein. L’obiettivo politico di Carlo Calenda, dal canto suo, è altrettanto nitido: chiedere all’amico Renzi di separare la politica dall’editoria e andare avanti sul progetto centista del partito unico. “L’informazione – sostiene Calenda con i suoi –è un contropotere rispetto alla politica. Come si può essere contropoteri di sé stessi”. Ecco che vengono a galla tutte le differenze tra i due leader eterni nemici.

Il leader di Azione, raggiunto da La Stampa, è ancora più netto:“Dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito. Per capirsi, non sarà l’Unità, il Popolo o l’Avanti! del Terzo Polo”.

E sulla netta separazione dei ruoli, Calenda è intervenuto questa mattina al Tg1 ribandendo la posizione dura confidata ai suoi collaboratori: “Bisogna stare attenti – questo il monito del leader di Azione – che non ci siano sovrapposizioni. Quando Renzi parlerà, sarà necessario tenere separati i piani”.

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