"Mi dipingono come un mostro. Magi? Si è gettato sull'auto di Rama". Meloni torna su La7

Il presidente del Consiglio viene intervistata sui temi di stretta attualità in diretta da Enrico Mentana durante l'edizione serale del telegiornale: "Mi sono limitata ad ironizzare con alcuni conduttori della rete come penso sia nel mio diritto", afferma

"Mi dipingono come un mostro. Magi? Si è gettato sull'auto di Rama". Meloni torna su La7
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Il ritorno negli studi di La7 dopo tanto tempo potrebbe anche fare un po' rumore, ma alla fine il faccia a faccia tra Giorgia Meloni ed Enrico Mentana non è andato oltre il file sottile del sarcasmo tra i due dopo le punzecchiature polemiche degli scorsi giorni via social contro alcuni presentatori dell'emittente di Urbano Cairo da parte del capo del governo: "La mia presenza qua dimostra che sono sempre disponibile a parlare con tutti", afferma la premier introducendo l'intervista. La premier, in riferimento a quel video, specifica che non c'è mai stato "un problema tra me e le persone che non la pensano come me se vogliono parlare di politica". Qualcuno ha voluto vedere in quel video un attacco ai telespettatori de La7, ma invece lei garantisce di essersi "limitata ad ironizzare con alcuni conduttori de La7 come penso sia nel mio diritto. Se si vuole costruire il racconto del mostro, poi non si può pensare che io faccia il mostrino addomesticato".

Si comincia con la rievocazione del fresco episodio odierno in Albania con Riccardo Magi. Quest'ultimo "si è gettato davanti alla macchina del primo ministro albanese e la sicurezza lo ha bloccato, come sarebbe successo in qualsiasi altro Paese", dichiara il presidente del Consiglio che aggiunge: "Io fatto tante campagne elettorali, anche dure, ma mai mi sarei sognata di fare una piazzata quando il premier italiano era impegnata con un omologo".

Meloni rivendica i risultati economici ottenuti dal suo governo. Sui salari c'è stato un importante "cambio di passo, siamo cresciuti del 3%", con gli stipendi che dall'ottobre 2023 gli stipendi sono cresciuti più dell'inflazione e non si può pensare che "in un anno risolviamo la situazione, ma si è invertita la tendenza. Vuol dire che spendere risorse sulle cose più importanti invece di gettarle dalla finestra dà i suoi frutti", prosegue la premier. Poi si passa alla decisione presa dal governo ieri sulla denuncia alla procura Antimafia dopo alcune storture verificate a seguito del click day sui migranti: il capo del governo di essere in possesso di "dati raccapriccianti sulla criminalità organizzata" dietro ad alcuni meccanismi sulla migrazione regolare e che quindi è stato inevitabile interloquire con Melillo.

A chi l'accusa che non esistano stanziamenti sulla sanità pubblica, lei smentisce immediatamente: "Questo governo ha messo sul fondo sanitario più soldi rispetto a tutti gli altri governi: 134 miliardi di euro". Vuol dire 6,8% del Pil, contro il 6,6% massimi dei governi di centrosinistra. Previsti anche 500 milioni per l'abbattimento delle liste d'attesa e altro mezzo miliardo "per comprare i macchinari, soprattutto per le Regioni del Sud". Il decreto di ieri, in ogni caso, ha iniziato a creare un sistema di monitoraggio delle medesime liste d'attesa per capire "l'ordine di priorità e il tempo massimo" delle prescrizioni dei medici. Ed è su questa strada - garantisce Meloni nell'intervista al TgLa7 - che il governo intende andare avanti.

Si vira sui temi esteri. Meloni ritiene che la campagna elettorale "non aiuti in Italia né in Europa, queste questioni non dovrebbero essere infilate nelle campagne elettorali". Tuttavia in Europa, per quanto ci siano posizioni diverse, c'è comunque "un punto su cui tutti siamo impegnati: la difesa della popolazione civile". In Ucraina la Russia ha ricominciato a "bombardare le infrastrutture per mettere in ginocchio la popolazione. Noi dobbiamo aiutare Kiev soprattutto nella difesa aerea, e questo è il lavoro che fa l'Italia". Può la Nato attaccare la Russia nei luoghi da dove partono i missili? "Ragionevolmente no - risponde la premier -. Ma possiamo difendere il territorio ucraino. Se oggi si parla di diplomazia è perché prima abbiamo aiutato l'Ucraina, altrimenti ora avremmo una nazione invasa e una guerra più vicina".

Infine, il presidente del Consiglio tira un po' le orecchie a Claudio Borghi rispetto alle recenti parole su Sergio Mattarella che (secondo il leghista) avrebbe dovuto dimettersi: "Io penso che sia un errore particolarmente nella festa del 2 giugno quando bisognerebbe evitare le polemiche". Meloni ha ricordato di avere tenuto a chiudere la campagna elettorale il primo giugno e non il giorno seguente. "Poi l'ha fatto il Pd quel giorno, il 2 giugno. Le lezioni dalla sinistra sul rispetto dei ruoli istituzionali anche no - ha aggiunto -. Io non l'avrei fatto non sono d'accordo ma penso che sia legittimo criticare", ha aggiunto, tornando a parlare di Borghi.

"Sono contenta che Salvini abbia messo una parola chiara su questo - ha proseguito -. Eviterei questo continuo tirare la giacchetta il presidente della Repubblica anche sulla riforma del premierato".

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