Giovanni Toti, governatore della Liguria dimissionario, dichiarandosi sempre innocente, ha patteggiato 2 anni e 1 mese, convertiti in 1500 ore di lavori socialmente utili. Ospite a "Cinque minuti", in onda questa sera su Rai 1 con la conduzione di Bruno Vespa, si è detto convinto che "il mio arresto dipenda da un modo di fare politica che sarebbe utile al Paese" ma "che altri non ritengono sia così". Secondo i procuratori, ha proseguito, "lo vediamo con questo accordo, si tratta di un reato molto minore rispetto alla narrazione" che ne è stata fatta nel corso dei mesi, dallo scorso 7 maggio.
"Oggi, almeno, con questo piccolo sacrificio ci hanno riconosciuto che la politica ligure non ha aiutato nessuno, che non ha fatto atti illegittimi e che non si è finanziata in modo illegale", ha spiegato. Nel corso dell'intervista ha poi sottolineato che la procura "ha fatto francamente un'offerta che era quasi irrifiutabile, hanno riconosciuto quasi tutto quello che noi avevamo ovviamente sostenuto in questi mesi, da un lato che tutti gli atti erano legittimi, dall'altro il fatto che dei soldi dati al comitato non è andato 1 euro in tasca mia né di qualcun altro". Questi soldi, ha voluto ribadire ancora una volta, ripetendo la versione fornita già in passato, "sono stati utilizzati per la politica quindi nessuno ha avuto un vantaggio".
Le parti hanno trovato un accordo "su una tipologia dire reato che è quella corruzione indiretta e traffico di influenze che francamente è talmente sfuggente e difficile da provare per loro ma anche difficile da cui difendersi per noi, che credo debba essere un monito per il legislatore". Il patteggiamento è arrivato a pochissimi giorni dal termine ultimo del 15 settembre, entro il quale le difese dovevano fare istanza di rito alternativo. Le previsioni non avevano considerato l'ipotesi di richiesta da parte di Giovanni Toti ma solo da parte dell'ex presidente del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini. Invece, entrambi gli indagati hanno fatto istanza ed è stata concessa a tutti e due.
Ora, però, la parola finale spetterà al giudice che dovrà valutare la congruità del contenuto dell'accordo raggiunto e potrà accogliere la richiesta accordando il patteggiamento, rigettare o chiedere di riformularne i contenuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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