Le interviste sulla moda, armocromista inclusa, lasciano spazio alla politica. Elly Schlein, assente in Parlamento durante l’ultima relazione del premier Meloni prima del Consiglio europeo, torna ad attaccare l’esecutivo di centrodestra. La segretaria dem, incalzata da Repubblica, è un disco rotto: commenti fuori misura sull’immigrazione, attacchi scomposti sul ruolo dell’Italia in Europa e silenzi imbarazzanti sulle sconfitte elettorali. Sullo sfondo la cosiddetta “estate militante” del partito, un periodo di mobilitazione inaugurato ieri nel circolo romano del Pigneto.
Schlein attacca il governo
L’estate militante targata dem non porta consiglio alla segretaria. I toni sprezzanti contro Giorgia Meloni e il suo governo sono sempre gli stessi. A partire dall’annoso nodo dell’immigrazione irregolare, dossier centrale sul tavolo dell’ultimo Consiglio europeo. Nonostante la mediazione del premier Meloni, ieri è arrivato il niet di Polonia e Ungheria. I due paesi, guidati rispettivamente dal polacco Mateusz Morawiecki e dall’ungherese Viktor Orbán, non hanno dato il via libera alle conclusioni del Consiglio Ue sulla parte che riguarda strettamente il ricollocamento tra Stati membri.
Una questione, è giusto ricordarlo, che non ha niente a che vedere con le battaglie prioritarie di Giorgia Meloni. L’importanza della “dimensione esterna”, fortemente voluta dal presidente del consiglio, il partenariato strategico con la Tunisia e i 15 miliardi aggiuntivi per la crisi, sono tutti punti accettati dai Ventisette. Un risultato che, ovviamente, non convince la giovane segretaria dem: “Purtroppo – sentenzia Schlein incalzata da Repubblica – siamo isolati e lo saremo sempre di più, se Giorgia Meloni continua a scegliere gli amici sbagliati” “Oggi – continua la leader dem – voltano le spalle alla premier Orbán e Morawiecki, gli alleati nazionalisti”. Il motivo, secondo la logica di Schlein, è presto detto:“C’è sempre qualcuno più sovranista di te che fa gli interessi del suo Paese a discapito del tuo”. Una conclusione che omette, volontariamente o meno, il grande traguardo raggiunto dal vertice europeo. La consapevolezza di affrontare il problema immigrazione irregolare a monte, ragionando a livello europeo sui movimenti primari e difendendo così la cosiddetta “dimensione esterna” dell’Ue.
Le contraddizioni del Pd
Archiviata la questione immigrazione, e i conseguenti attacchi gratuiti al governo Meloni, Elly Schlein torna ad annaspare sulle questioni nazionali. La difficoltà nel gestire il Partito democratico e il campo progressista sono evidenti. Gli ultimi sondaggi registrano un trend negativo, destinato a peggiorare. Elly Schlein minimizza e aggiunge:“Non faccio politica guardando tutti i giorni i sondaggi. Per me la politica non è competizione con le altre forze di opposizione”.
Non si può dire lo stesso di Giuseppe Conte. “L’intesa con il Pd – sostiene il leader pentastellato a La Stampa – non l’abbiamo mai pensata come una necessaria e obbligata convergenza elettorale. La realtà dice che tra di noi permangono ancora differenze”.
La competizione interna al “campo largo” rimane e gli attacchi scomposti contro il governo non bastano per creare un’alternativa politica valida. L’ennesima grana per Elly Schlein e il suo cerchio magico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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