Pagati per non lavorare, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. Fortunati che hanno sbancato un «turista per sempre»? No, più di 4.500 dipendenti pubblici per i quali il Paese di Bengodi non è un luogo immaginario, ma la nostra Italia. La stessa assediata dalla crisi, con le aziende costrette a chiudere, dei posti di lavoro tagliati e degli imprenditori suicidi. A certificarlo è la relazione della Corte dei conti, che ha calcolato il costo dei permessi sindacali nel 2010: 151 milioni di euro. Tranquilli paga Pantalone, cioè noi.
Spiegano i magistrati contabili: «La fruizione dei diversi istituti (aspettative retribuite, permessi, permessi cumulabili, distacchi) relativamente al 2010 può essere stimata come equivalente all’assenza dal servizio per un intero anno lavorativo di 4.569 unità di personale, pari a un dipendente ogni 550 in servizio». E sì,perché è la somma che fa il totale. «Applicando a tale dato il costo medio di un dipendente pubblico- sottolinea la Corte dei contiil costo a carico dell’erario è stato di 151 milioni al netto degli oneri riflessi».
Altrettanto dolenti le note sulla produttività del settore pubblico. «In un contesto caratterizzato dalla perdita di competitività del sistema Italia» si ravvisano «preoccupanti segnali». In particolare, «il blocco della crescita delle retribuzioni complessive e della contrattazione collettiva nazionale hanno comportato il rinvio, da un lato, delle norme più significative in materia di valutazione del merito individuale e dell’impegno dei dipendenti »e,dall’altro, «impeditol’avviodelnuovomodello di relazioni sindacali delineato nell’intesa del 30 aprile 2009, orientato ad una effettiva correlazione tra l’erogazione di trattamenti accessori e il recupero di efficienza delle amministrazioni», scrive nero su bianco la Corte.
Per il governo dei Prof non ci sono buoni voti. È allarme sui «reiterati tagli lineari agli organici» che rischiano di avere «inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi».Dubbi soprattutto sull’intesa di maggio tra tecnici, enti locali e sindacati sulla capacità dell’attuale sistema di collegare «premialità individuale » e aumento di produttività del settore pubblico. La Corte dei conti interviene sul fronte già caldo del costo del lavoro pubblico e sull’efficienza della burocrazia sottoposta negli ultimi anni a una cura dimagrante e a un ridimensionamento degli stipendi. Il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi è costretto a puntualizzare: «Le perplessità espresse dalla Corte sono le stesse che ci inducono a intervenire per far sì che questo meccanismo possa realizzarsi nella pratica. Premiare i migliori e aumentare la produttività sono le nostre priorità». Tanto che Patroni Griffi ora pensa ai blitz. «Stiamo lavorando assieme alla Guardia di Finanza per fare verifiche ispettive un po’ a sorpresa sulle consulenze esterne».
Lotta agli sprechi e ai fannulloni, insomma. Cavalli di battaglia di Renato Brunetta, che ora può prendersi una rivincita: «Il ministro Patroni Griffi farebbe bene ad andarsi a rileggere con attenzione il rapporto. La Corte promuove le riforme del governo Berlusconi e boccia l’intesa Patroni Griffi sindacati della notte del 3 e 4 maggio ». Ecco i passaggi che consentono all’ex ministro di rivendicare il buon lavoro svolto. «Al termine del 2010 i dipendenti in servizio presso tutte le pubbliche amministrazioni con rapporto di lavoro a tempo indeterminato sono diminuiti dell’ 1,9%, calo che fa seguito a quello di analogo valore del 2009. Per la prima volta dalla privatizzazione del pubblico impiego- rileva la magistratura contabile - il conto annuale rileva una significativa diminuzione del costo del personale, su un valore di 152,2 miliardi» (1,5% in meno rispetto al 2009, sebbene venga stigmatizzato il boom di assunzioni alla Presidenza del Consiglio nel 2010).
Alla fine per Brunetta la chiosa è quasi scontata: «Il governo dei tecnici è nato per risolvere i problemi del Paese, non per realizzare regressioni a favore della cattiva burocrazia e del cattivo sindacato». E 5mila assenteisti (col permesso dallo Stato) ringraziano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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