Lady Elsa: "Il mio Mario tra Berlusconi e Sarkozy"

La moglie del Prof svela a "Chi" l’uomo dietro al loden: "La chiamata di Napolitano? Il sì era un dovere, adesso può mettere in pratica quel che ha studiato per tutta la vita"

Lady Elsa: "Il mio Mario  tra Berlusconi e Sarkozy"

Sua sobrietà il premier ha una first lady che adesso furoreggia sui settimanali popolari. Contraddizione di termini? Di ruoli? Di stili? L’importante è che una volta per tutte, qui in Italia, ci decidiamo: quando la politica sta sulle terrazze romane ci fa un po’ schifo. Se poi finisce sui giornali delle famiglie e delle parrucchiere, ancora non ci va bene. Chi può dirlo, magari è proprio per questo che la famiglia Monti copre tutti i target: lui rilascia interviste solo dai giornali finanziari in su, a scendere dai salotti ai tinelli provvede volentieri la sciura Elsa.

Del resto, sono funzioni già ben delineate anche dentro casa: come spiega lei stessa ad Alfonso Signorini sul nuovo numero di Chi, «ci siamo sposati quando io ero ancora molto giovane, 22 anni. Tra noi si è creata ben presto una suddivisione di ruoli molto marcata. La ribalta l’aveva lui, la retrovia spettava a me. Poi sono arrivati i due figli, ma Mario si è appassionato a loro più tardi. Li ama tantissimo, intendiamoci. Ma finché non c’è stato lo scambio verbale, intellettuale, non è stato un padre così presente. Poi, a mano a mano che crescevano, è tutto cambiato».

Risulta dunque dalla biografa ufficiale come il professore non possa vantare una sana gavetta di biberon (alle tre del mattino) e di pannolini (ridotti in condizioni disumane). Mario Monti ha altro per la testa, nel periodo dello svezzamento filiale. Sempre secondo l’unica biografa autorizzata, anche prima, pure nel momento di diventare marito: «Quando Mario, dopo la laurea, ha deciso di andare negli Usa per perfezionarsi all’università di Yale, ho pensato che non ero più disposta ad aspettare, così mi sono decisa a chiedergli di sposarci».

Da quella volta, non risulta che il premier abbia più pronunciato sì ufficiali a una donna, come può confermare la Camusso. Da quella volta, una sola idea fissa: l’economia. Così, quando il Napolitano lo chiama per una cura da cavallo al corpaccione agonizzante del suo Paese, il grande specialista non pensa nemmeno un attimo a tirarsi indietro. «A differenza di quanto era avvenuto in tanti casi precedenti, quando anch’io gli avevo consigliato di non accettare incarichi politici, questa volta non si è neppure posto il problema. Era un compito che gli veniva affidato dal presidente in una situazione difficile. Non si trattava di una scelta. In quel momento era un dovere. Aveva scritto per tanti anni di economia, che cosa avrebbe dovuto rispondere al capo dello Stato? No grazie, non mi sento pronto? Non ha fatto altro che mettere in pratica quello che aveva studiato per una vita. Questa la sfida».
Avesse pure coltivato qualche dubbio, Monti, ecco anche per lui una moglie pronta a dare l’ultima spallata, senza tanti giri di parole, come usano tutte le mogli dallo spiccato senso pratico. Così donna Elsa nei momenti topici della decisione: «Hai scritto pagine e pagine su quello che andrebbe fatto in una situazione del genere? Bene, adesso fallo».

Intervento da coniuge concreta, non da first lady. First lady, la signora Monti, non si sentirà mai: «La first lady in Italia è la moglie del presidente della Repubblica. Io ho piena consapevolezza della temporaneità di questa esperienza. E questo fa sì che cerchi di viverla al meglio. In fondo, si tratta di un periodo breve: che peso dovrei sentire?».
Leggendo quest’ultima confessione, a me viene subito in mente Carla Bruni, non so perché (anzi, lo so): quella, ogni volta, con il solo sguardo, ci fa cadere dall’alto la difficoltà e l’importanza del ruolo. Dunque mi schiero: sciura Elsa, tutta la vita. A renderla così serena, lo si percepisce chiaramente, l’immensa considerazione del suo uomo: «Mio marito non si è mai candidato a niente, neppure al Rotary. Non fa parte di nessun club, di nessun partito. È sempre stato geloso della propria indipendenza intellettuale. Per questo sono sicura: nel 2013 non si candiderà».

In certe case, le chiacchiere domestiche trattano inevitabilmente di persone e di fatti che stanno un po’ oltre il pianerottolo condominiale. La signora Elsa parla delle Merkel e dei Sarkozy come dei Rossi e dei Brambilla. «Tutti si chiedono della familiarità fra mio marito, la Merkel e Sarkozy. Ma a me viene da sorridere: Mario li conosce da vent’anni. Ha conosciuto perfino la precedente moglie di Sarkozy, Cecilià: quando suo marito, da ministro, veniva a Bruxelles per discutere con Mario, spesso lei partecipava alle riunioni, essendo membro del gabinetto del marito. Mario mi diceva che era visibile l’influenza di Cecilià sull’atteggiamento di Sarkozy nelle riunioni...». Dal che si desume un dettaglio: Sarkò ha cambiato la moglie, non il capo.

Si chiude con una rivelazione di politica sartoriale: «Ho sempre comprato io le cravatte. Spesso in aeroporto.

Adesso Berlusconi ha gentilmente regalato a mio marito numerose cravatte di Marinella. Come si vede, tra Berlusconi e Monti la continuità di governo c’è: almeno nelle cravatte». Non nell’Ici, non nell’Iva, ma questa è tutta un’altra storia.

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