L'Economist elogia il governo Meloni ma gufa: "All'orizzonte..."

Il settimanale britannico ha elogiato il governo in carica: "È in ottima forma". Poi l'avvertimento finale: "Anche i migliori possono trovarsi in balia delle intemperie"

L'Economist elogia il governo Meloni ma gufa: "All'orizzonte..."

"Pochi governi si avvicinano alla fine dei loro primi 100 giorni in carica in ottima forma come la coalizione di Giorgia Meloni". L'Economist ha celebrato così il quasi primo anniversario tagliato dall'esecutivo di centrodestra guidato dal premier Meloni. Il celebre settimanale britannico ha scritto che il leader di Fratelli d'Italia (FdI) ha avuto "incontri conviviali" con Ursula von der Leyen e Papa Francesco, sottolineando l'approvazione ricevuta dall'esecutivo meloniano dalla Commissione europea e dal Vaticano. Ovvero, "due organizzazioni che i primi ministri italiani devono sempre tenere dalla loro parte".

L'elogio dell'Economist

L'Economist ha elencato i primi tre successi raccolti dal governo Meloni. Accanto agli eccellenti rapporti stretti con von der Leyen e Papa Francesco, c'è da mettere in conto l'avvenuta cattura dell'uomo più ricercato d'Italia: Matteo Messina Denaro.

Dal punto di vista economico, il settimanale ha ricordato che, nonostante abbia solo dieci settimane per farlo, l'attuale governo italiano ha definito e guidato con successo in parlamento il budget per il 2023. E lo ha fatto, tra l'altro, affermando di aver soddisfatto le condizioni per il pagamento nelle settimane precedenti di una terza tranche di sovvenzioni e prestiti agevolati per un valore di 19 miliardi di euro dal fondo per la ripresa post-pandemia dell'Ue.

Calcolatrice alla mano, inoltre, FdI ha incassato ingenti dosi di popolarità, passando dal 26% dei consensi registrati alle ultime elezioni politiche dello scorso 25 settembre, al quasi 30% di oggi. Non solo: il principale rivale di Meloni, il Partito Democratico, in questo stesso lasso di tempo è passato dal 19% al 16%.

I rapporti con l'Europa

Allo stesso tempo i mercati non hanno battuto ciglio. Lo spread tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi, un indicatore chiave di preoccupazione per la capacità dell'Italia di onorare i propri debiti, si è addirittura ridotto, scendendo da 2,33 punti percentuali a 1,8. Merito delle azioni del governo, certo, ma, a detta dell'Economist, tutto questo rifletterebbe anche la prudenza messa in campo dal premier.

Già, perché l'esecutivo deve comunque fare i conti con il "gigantesco debito pubblico italiano", che alla fine dello scorso anno si attestava intorno al 145% del pil. Per non parlare, poi, del recovery fund. L'Italia è destinata a ricevere la quota maggiore, quasi 200 miliardi di euro, ed è quindi nell'interesse del governo "evitare litigi con Bruxelles o con l'Ue" fino all'erogazione del denaro.

Il futuro dell'esecutivo

Accanto agli elogi, l'Economist ha però parlato anche di tre nuvole scure all'orizzonte. La prima riguarderebbe il citato recovery fund. "Resta da dimostrare che tutte e 55 le scadenze e gli obiettivi fissati dalla commissione per l'ultima tranche siano stati effettivamente rispettati. E l'erogazione da parte dell'Italia di quanto già ricevuto è in forte ritardo", ha fatto notare il settimanale.

Dopo di che, sempre secondo l'Economist, Meloni dovrebbe mettere in conto sia la "disunione all'interno della sua coalizione", che la "più spaventosa minaccia alla buona navigazione del governo". Di cosa si tratta? Del piano della Bce di aumentare i tassi di interesse riducendo al contempo il suo programma di acquisto di obbligazioni.

"Una politica che la Meloni e i suoi ministri hanno ripetutamente deplorato", si legge nell'articolo. Che si conclude con un avvertimento: "La Meloni si è finora dimostrata un'abile skipper. Ma anche i migliori possono trovarsi in balia delle intemperie".

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