Quella che doveva essere una rapida rivoluzione in realtà si è rivelata essere un immobilismo che ha portato il Partito democratico a collezionare una serie di sconfitte dolorose alle recenti elezioni amministrative. La disfatta totale ha subito fatto scattare mugugni e irritazioni che in alcuni casi hanno visto Elly Schlein al centro delle accuse. Dal suo canto Leoluca Orlando non se l'è presa più di tanto con il segretario, ma ha messo in fila le problematiche che stanno attanagliando un Pd sempre più inerme.
Orlando bersaglia il Pd
L'ex sindaco di Palermo, intervistato da La Repubblica, ha analizzato la débâcle alle Comunali mettendo in evidenza quelli che a suo giudizio rappresentano i principali ostacoli dei dem. "È certo un tonfo elettorale. La vera malattia del Pd è il correntismo", ha riconosciuto. Quanto all'assente effetto Schlein, ha fatto notare che quella ventata di novità è venuta meno in quanto gli uomini simbolo delle correnti erano con lei. Da qui il mancato consenso delle organizzazioni sindacali o del mondo del Terzo Settore.
Per Orlando al Partito democratico "manca il rapporto con i territori". Ha citato un esempio plastico su quanto accaduto il Primo Maggio a Portella delle Ginestre, dove il segretario era accompagnato da Provenzano e Barbagallo che non sono stati destinatari di chissà quanti saluti: "Voglio dire che c'è uno scarto tra l'immagine della segretaria, moderna e avanzata, e coloro che dovrebbero rappresentarla sul territorio, nonostante la medaglia di averla sostenuta".
L'ex primo cittadino ha anche affrontato il tema dell'avanzata del centrodestra al Sud. A tal proposito ha puntato il dito contro il Pd, a cui ha imputato la colpa di non offrire alternative politiche chiare e credibili - tra le altre cose - sull'Autonomia o sulle ricette per dare uno sbocco lavorativo ai disoccupati del Mezzogiorno: "In questo quadro, la Sicilia subisce due volte l'inadeguatezza della proposta politica del Pd".
La strigliata a Schlein
Leoluca Orlando ha voluto concedere a Elly Schlein l'attenuante del tempo, riconoscendo che non è stata l'artefice delle liste per le elezioni amministrative e di aver ereditato una situazione assai complessa. Ma in questi primi mesi sono molti i delusi, specialmente tra coloro che avevano riservato grandi speranze in un rapido cambio di passo che però non è ancora arrivato. E nel frattempo dai territori emerge insofferenza per le ultime mosse.
Alla grazia momentanea è seguita una vera e propria strigliata. L'ex sindaco di Palermo ha invitato il segretario a entrare nel vivo del suo operato senza perdere tempo e seguendo la stada della chiarezza: "Se Schlein non si dà una mossa, interrogandosi sull'adeguatezza dei dirigenti che la rappresentano, rischia di vedere il Pd diventare un partito cannibale, che divora l'entusiasmo delle primarie dem".
Il Pd ad esempio dovrebbe assumere una postura netta sul tema delle alleanze, ma prima di muoversi in questa direzione sarebbe necessario fare un'analisi introspettiva per comprendere la propria identità e metterla al confronto con quella dei potenziali alleati. "La segreteria Schlein rischia di apparire cannibale a sua volta, dagli esterni in nome degli eterni. Di essere condannata a un defatigante movimento senza nessuno spostamento. Per allearsi bisogna almeno somigliarsi", ha tuonato Orlando.
L'ex primo cittadino non ha fatto mancare un'ultima bordata e si è lasciato andare a un'ulteriore stoccata: "Nonostante la sensibilità internazionale di Schlein, sull'Europa e la pace, il Pd sembra balbettare.
Sulla pace dovrebbe raccogliere gli aneliti che vengono in particolare dal mondo cattolico". In pochi mesi si è assistiti a un notevole cambio di approccio: i facili trionfalismi hanno lasciato spazio alle lamentele e ai primi atti d'accusa verso Elly Schlein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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