L'Italia riconosce l'Holodomor come genocidio. Ma a sinistra i crimini del comunismo sono ancora un tabù

Il Senato ha approvato la mozione che riconosce la carestia degli anni Trenta ordinata da Stalin come genocidio. Unanimità mancata per poco: chi sono i 4 parlamentari che si sono astenuti

L'Italia riconosce l'Holodomor come genocidio. Ma a sinistra i crimini del comunismo sono ancora un tabù

Quando in parlamento un atto viene approvato all'unanimità si consuma un momento di rara coesione nazionale. Due giorni fa in Senato, dov'è stata accolta la mozione n.45 che riconosce l'Holodomor come genocidio ai danni del popolo ucraino, l'unanimità – e di conseguenza anche la coesione nazionale – purtroppo è mancata. E soltanto per una manciata di voti, non contrari, ma di astenuti. Il largo consenso (130 favorevoli provenienti da tutte le forze politiche) ottenuto in parlamento sul crimine perpetrato il secolo scorso dal regime staliniano contro l'Ucraina è stato offuscato dai 4 senatori dell'Alleanza Verdi Sinistra che si sono rifiutati di esprimersi. Questi i nomi dei parlamentari che hanno deciso di non votare né sì né no: Ilaria Cucchi, Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Tino Magni.

Un comportamento inconcepibile, motivato così da De Cristofaro durante la dichiarazione di voto: "Non voteremo a favore di questa mozione, non per difendere lo stalinismo, ma per l'utilizzo finalizzato allo scontro politico nel presente che si vuole fare di un giudizio storico. Ci sono dei fatti indiscutibili, ma c'è anche un'interpretazione di quei fatti dal nostro punto di vista discutibile e tendenziosa", ha detto, aggiungendo che la grande carestia ha interessato più luoghi all'interno dell'Urss e non soltanto l'Ucraina. "Noi ci asterremo sulla mozione n. 45, perché concordiamo completamente sulla denuncia dello stalinismo, ma non concordiamo neanche un po' sulla sacralizzazione del nazionalismo che di questa mozione è il vero obiettivo", conclude, ritenendo poi "inesistente" la continuità tra l'Unione Sovietica e Putin. Sarà pure vero che il neo Zar non condivide gli ideali del socialismo reale, ma se allora la continuità tra i due Stati è insussistente perché la Federazione russa ha ereditato in automatico il seggio dell'Urss all'Onu? E perché non ha rinunciato al suo arsenale nucleare, visto che le repubbliche sovietiche si sono dissolte creando nuovi Stati indipendenti? Chi è il responsabile delle azioni dello Stato russo, se non il governo russo? Domande senza risposta, che forse celano un altro atteggiamento.

Il ruolo storico della sinistra e la reazione di Kiev

Per una parte della sinistra italiana – non tutta, dato che questa mozione è stata adottata grazie anche ai voti del Partito democratico – il retaggio culturale dell'Unione sovietica è ancora un tabù che le impedisce di uscire dalla vecchia logica dello scontro tra blocchi (quello occidentale capitalista contro quello sovietico socialista) che ha dominato la politica italiana per tutto il Secondo dopoguerra. La conseguenza estrema di tale reticenza, forse motivata da un'anacronistica nostalgia, porta a momenti di evidente imbarazzo che da un lato mettono a disagio il governo, dall'altro compromettono la reputazione internazionale di un Paese che ha fatto del sostegno non solo militare ma soprattutto morale all'Ucraina uno dei capisaldi della sua politica estera. Il 15 febbraio scorso la commissione Esteri della Camera aveva accolto all'unanimità una risoluzione presentata dal presidente Giulio Tremonti e firmata anche da 2 deputati del Movimento 5 Stelle e dalla dem Lia Quartapelle che impegnava l'esecutivo a riconoscere l'Holodomor "per la promozione in Italia e all'estero della consapevolezza e del ricordo di quella tragedia".

Per nostra fortuna, però, da Kiev sono arrivati messaggi di apprezzamento per la presa di posizione del parlamento italiano. "Sono grato al Senato italiano per aver riconosciuto l'Holodomor del 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino. Questo importante passo ristabilisce la giustizia storica, onora milioni di vittime e mette in guardia le generazioni future dal crimine di genocidio. Grazie mille", ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter condividendo un'istantanea del voto dove risaltano quei quattro "ribelli". Il ringraziamento più importante è arrivato dal presidente Volodymyr Zelensky in persona, abituato dai primi giorni della guerra a esternare la sua gratitudine verso i partner occidentali con tweet brevi e diretti.

Che cos'è stato l'Holodomor

Ma che cos'è stato l'Holodomor e perché l'Italia è intervenuta ufficialmente per condannare le azioni di uno Stato che oggi non esiste più ma il cui successore (la Federazione russa) non ha mai chiesto scusa e per il quale continua a negarne l'intento genocida? L'Holodomor fu una carestia scatenata dal dittatore sovietico Iosif Stalin tra il 1932 e il 1933. Per garantire il raggiungimento delle quote fissate sull'agricoltura, lo Stato ordinò la confisca del bestiame e dei raccolti. Secondo un decreto del 1931, chiunque – perfino un bambino – raccogliesse il grano senza il permesso del governo veniva considerato alla stregua di un ladro e poteva essere fucilato sul posto con l'accusa di aver rubato "proprietà socialista". L'Holodomor causò la morte di un numero incalcolabile di persone: le stime più conservative partono dai 3 milioni e mezzo mentre secondo altri studiosi le vittime sarebbero 10 milioni.

All'epoca Stalin si sentiva minacciato dal pericolo di una "controrivoluzione" nell'ingombrante repubblica ucraina, incorporata nel 1922 nell'Urss. Le velleità indipendentiste e l'impetuosa coscienza nazionale del popolo ucraino rappresentavano un elemento di destabilizzazione per il controllo totalitario operato da Stalin, impegnato a implementare i cosiddetti piani quinquennali con cui intendeva industrializzare in tempi record in Russia, allora una delle nazioni più povere e sottosviluppate d'Europa. Parallelamente, il regime lanciò una campagna di collettivizzazione forzata delle terre, sequestrando derrate alimentari e bruciando, come avvertimento, i raccolti dei contadini che avevano osato opporsi. L'Ucraina era un Paese principalmente agricolo e Stalin intendeva sfruttare il "granaio d'Europa" finanziando i piani quinquennali grazie agli introiti derivanti dall'esportazione di grano all'estero. Sterminati o rimasti senza cibo, gli ucraini furono costretti a nutrirsi di quello che trovavano, anche gli animali domestici. In alcuni casi si ricorse al cannibalismo. L'Unione sovietica non pubblicò mai i dati del censimento del 1937 che mostravano un impressionante crollo demografico in Ucraina, dovuto alla carestia e alla deportazione di civili trasferiti con la forza in Siberia. Per nascondere la strage di innocenti allora venne deciso di ripopolare le aree più colpite dall'Holodomor con immigrati provenienti dalla Russia. Nelle regioni più orientali del Donetsk e del Lugansk i nuovi abitanti di etnia russa furono al centro di questo processo di assimilazione e vennero impiegati nelle miniere di acciaio e carbone del Donbass.

Holodomor
La comunità Ucraina durante la commemorazione del genocidio Holodomor perpetrato da Stalin contro il popolo Ucraino in piazza Palazzo di Città, Torino, 26 novembre 2022.

Chi lo riconosce come genocidio

Oggi l'Holodomor è riconosciuto come genocidio da 34 Stati e dall'Unione europea. Quest'anno, oltre all'Italia, sono state introdotte delle risoluzioni dai parlamenti di Belgio, Croazia, Francia, Islanda e Slovenia. Ciononostante, il Cremlino ha sempre negato la sua responsabilità, sostenendo invece che le ragioni della carestia degli anni Trenta sarebbero banalmente riconducibili a una particolare stagione sfortunata per i raccolti, incentivata da Stati Uniti ed Europa che volevano invece il grano gratis da Mosca. Raphael Lemkin, "inventore" del termine genocidio, nel 1953 descrisse l'Holodomor come un "classico esempio di genocidio sovietico, il suo più lungo e ampio esperimento di russificazione: la distruzione della nazione ucraina". La Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio dell'Onu inquadra il genocidio come un crimine internazionale se risponde a una delle seguenti attività: uccisione dei membri di un gruppo; gravi danni fisici o mentali causati ai membri di un gruppo; infliggere deliberatamente a un gruppo condizioni di vita mirate a determinarne la distruzione fisica totale o parziale; imporre misure volte a prevenire le nascite all’interno di un gruppo; trasferimento forzato dei bambini di un gruppo in un altro gruppo.

Intanto l'ambasciata russa ha inviato una lettera ai legislatori italiani invitandoli a non equiparare i morti dell'Holodomor, definita "tragedia comune risultato della sovrapposizione di errori gestionali da parte delle amministrazioni regionali delle zone agricole dell’Urss sulle condizioni climatiche sfavorevoli dei primi anni Trenta il cui ricordo unisce i popoli di Russia, Ucraina e Kazakistan", a un genocidio. "Dobbiamo tenere aperto il dialogo con Mosca e sappiamo bene qual è la loro posizione.

Noi la pensiamo in modo assolutamente diverso. Non condividiamo le affermazioni contenute nella lettera dell'ambasciata russa. L'ambasciatore è l'ambasciatore ma lettere così si respingono al mittente", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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