L'orrore non ha spiegazione

Questa volta non ci sono risposte. Perché non ci sono i soliti perché

Questa volta non ci sono risposte. Perché non ci sono i soliti perché. Nessun problema di lavoro. Neppure di soldi. Niente depressione, né gioco, né alcol, né quella che chiamano follia. Gli amici dicono: erano una coppia felice. Una famiglia come tante altre, come quelle della pubblicità. Normale. Ammesso che la normalità esista e non sia soltanto un'invenzione per convivere con il mostro che è in ognuno di noi. Ecco, era una famiglia normale. Solo che lui ha ucciso lei e i due figli. Perché? Perché amava un'altra, una sua collega. No, non erano amanti. Era un amore non corrisposto. Una passione ossessiva. Adesso stanno tutti lì a chiedersi chi sia Carlo Lissi. L'impiegato normale. Il marito ideale. Il padre affettuoso. L'uomo normale che fa qualcosa al di là dell'umano. Qualcosa che sembra impossibile da spiegare.

Ma non c'è nulla da spiegare. Questa storia non ha senso. Tre omicidi che sembrano un atto burocratico. Come si fa ad ammazzare i figli, una bambina di cinque anni e un bambino di 20 mesi? Non c'è risposta. Come non c'è risposta in tutto il resto. Sono le 11 della sera. Carlo e la moglie Cristina sono nel soggiorno della villa. I bambini dormono di sopra. Tra un'ora l'Italia gioca a Manaus. Un abbraccio, una carezza, un bacio. C'è voglia di intimità. Marito e moglie fanno l'amore come la coppia più felice del mondo. Si amano e poi Cristina si abbandona sul divano a vedere la tv. Carlo si alza e va in cucina, come per andare a bere. Invece torna con un coltello. Va alle spalle della moglie e con un colpo secco lo affonda tra il collo e le spalle, poi la colpisce con altri tre o quattro fendenti. Sale di sopra. Una coltellata alla figlia e poi al bimbo. Mette a soqquadro la casa per inscenare un furto. Scende in cantina, si fa la doccia e va a vedere la partita al pub Zymé di Besate. Lo aspetta un suo amico. È, dovrebbe essere, il suo alibi.

È la normalità che diventa orrore. E questo orrore è fatto di gesti così quotidiani da sembrare normale. L'amore, i figli, la partita, un sabato qualunque, un sabato italiano. E in mezzo moglie e figli scannati. Non ci arrivi a trovare una ragione. Forse per questo la storia dell'assicuratore milanese fa ancora più paura. Non c'è nulla in apparenza in quell'uomo che lo fa diverso da noi. Carlo Lissi è il nostro lato oscuro. È il non detto che sta in ogni uomo. È l'idea che Mr Hyde esiste davvero, solo che non è un mostro. Non si presenta urlando e bestemmiando contro il dottor Jekyll. No. Mister Hyde esce dalla cucina in mutande dopo aver fatto l'amore e fa una strage.

Non c'è ragione. Non c'è un perché. È solo un brivido che corre lungo la schiena. Perché ogni volta che guardi la moglie, l'amico o il collega ti chiedi chi siano davvero. E ogni volta che ti guardi allo specchio ti chiedi chi sei.

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