Tra i celebri aforismi di Giulio Andreotti, “il potere logora chi non ce l’ha”, è forse quello che più di tutti descrive l’operato dell’esecutivo di centrodestra e, in particolare, quello della presidente Giorgia Meloni. A due anni di distanza dal primo consiglio dei ministri, il governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia colleziona solo successi. I numeri dei sondaggi sono ancora alti e il rapporto con gli elettori, la vera prova del nove per un governo, è ancora molto solido.
A coronare un quadro già positivo ci pensa il The Economist, il settimanale di informazione britannico che in occasione del giro di boa dei due anni a Palazzo Chigi decide di celebrare i risultati finora ottenuti dalla compagine governativa. Il titolo dell’editoriale è piuttosto chiaro: “Macchiavelli sarebbe orgoglioso di Giorgia Meloni”. Un riconoscimento sentito al pragmatismo adottato dall’esecutivo sia in materie nazionali sia a livello internazionale. Alla premier, descritta come una “funambola” e "maestra della realpolitik", viene riconosciuta la capacità di leadership rispetto alle politiche traballanti francesi e tedesche: “Per il momento – scrive il settimanale spesso critico con l’Italia - la realtà è che la Meloni gode di un indice di gradimento superiore al 40%, il doppio di quello del presidente Emmanuel Macron della Francia e del cancelliere Olaf Scholz della Germania. Non male per un primo ministro che si avvicina al punto di medio”.
Rispetto alla narrazione sinistra che vede una premier ostaggio delle cancellerie europee e in estrema difficoltà all’interno dei confini nazionali, il The Economist è altrettanto critico. In primis sulla questione migranti dove il governo non solo sta facendo la voce grossa in Europa ma, dopo la sentenza del Tribunale di Roma contro il trasferimento dei 12 migranti in Albania, sta ingaggiando un aspro scontro con una parte della magistratura. "La Meloni – scrive The Economist - ora rischia una lunga disputa con i tribunali come quella britannica sui piani del precedente governo conservatore di inviare migranti in Ruanda”.
Che poi aggiunge: “Resta da vedere se la vicenda eroderà il suo sostegno. Ma ridurre il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo è fondamentale per la missione della Meloni".
Il ruolo della premier in Europa è altrettanto lodevole:"Seccata per essere stata esclusa dai colloqui che hanno portato alla rinnovata nomina di Ursula Von der Leyen a presidente della Commissione europea – conclude il settimanale - la Meloni si è astenuta dall’approvare la sua riconferma nel Consiglio europeo e i Fratelli hanno dato il pollice verso alla Von der Leyen nel Parlamento europeo. Ciò li ha allineati con gli elementi più euroscettici e combattivamente di destra dell’UE".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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