
Il confine tra comicità e insulto gratuito ed offensivo è sempre labile. Nel suo tradizionale appuntamento con Che tempo che fa, spesso, Luciana Littizzetto abbandona quella sana comicità contro il governo, riempie di ideologie le sue lettere indirizzate ai grandi della Terra e, come se non bastasse, si esibisce in un mix di insulti e accuse personali contro il presidente del Consiglio italiano e non solo.
Durante l’ultima puntata di Che tempo che fa, il programma condotto da Fabio Fazio sul Nove, la comica ha indirizzato la sua lettera a Papa Francesco. Ma, come spesso accade, a fare rumore è stata la parte dedicata al governo di centrodestra italiano. Prendendo le mosse da alcuni retroscena che vedono il capo dello Stato, Sergio Mattarella, dubbioso sul possibile incontro con Elon Musk nell’ambito delle reti satellitari, la comica piemontese ha preso in giro Giorgia Meloni. "Nel pomeriggio sulla sua agenda c'è scritto Meloni nei dintorni del Quirinale. Mattarella si chiude in bagno e tira lo sciacquone parecchie volte aspettando che lei vada via", è il siluro lanciato dalla comica e braccio destro di Fazio che ovviamente non ha risparmiato nemmeno il vicepremier Matteo Salvini.
Una crociata contro il governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia che nasconde, più o meno volutamente, il vero oggetto della sua lettera. "Nunzio vobis gaudium magnum: Franciscus stat beninum. Certo, perché sappiamo tutto di te. Quanto hai dormito, quanto hai mangiato, letto, tossito, pregato", afferma la comica proprio su Papa Francesco. "Caro Francis papa e papà non vediamo l’ora che finalmente ti dimettano dall’ospedale. C’è ancora tempo per appendere la tonaca al chiodo". E ancora: "L’importante è che ti preservi. Quando tornerai a casa, mi raccomando.
La papalina non basta, ti copre solo il cocuzzolo. Fatti fare da tua cugina un paraorecchie a l’uncinetto bianco", dice Littizzetto. A dimostrazione del fatto che la comicità vale per tutti. Gli insulti, al contrario, non sono tollerabili.
Io consiglio di non guardare i programmi che non si capiscono.