A sei giorni dalla strage di Lampedusa, è il momento dell’autocritica dell’Europa sull’immigrazione. Tutto è partito dal presidente del parlamento Europeo, Martin Shultz, che ha ammesso come è «una vergogna che la Ue ha lasciato così a lungo sola l’Italia». Ieri, durante la riunione dei ministri dell’Interno europei, è stato deciso che il pattugliamento Frontex deve cambiare e necessita di più fondi e di una totale ristrutturazione: «Tutti gli Stati membri hanno detto che Frontex può essere usato in modo diverso e può fare di piùha commentato il commissario agli Affari Interni Cecilia Malmstrom - Dobbiamo parlare con Frontex, sentire ciò di cui hanno bisogno e poi torneremo a parlare con gli Stati membri ».L’Europa avvierà una task force con l’Italia, una grande operazione che coinvolgerà anche Spagna e Cipro, si è definito finalmente a Lussemburgo, riportando così il problema immigrazione dalle coste del Mediterraneo all’Europa intera. «L’Italia ha ottenuto che Frontex cambi registro e sia più efficace nella sorveglianza della frontiera marittima - conferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano «Inoltre la Commissione si occuperà dei costi maggiori che affrontiamo nel contrastare l’immigrazione clandestina per via marittima. Soprattutto ha ottenuto il dato di consapevolezza comune che la questione di Lampedusa e del Mediterraneo è europea». E per la prima volta si è «aperto un varco di consapevolezza forte, un presa di coscienza da parte dei Paesi del Nord», finora i più ostili agli aiuti all’Italia.
Ma in Italia ormai il dibattito è tutto incentrato sulla riforma della legge Bossi Fini sull’immigrazione, in particolare sulla riforma del diritto di asilo, quando in realtà è stata proprio la legge 189 del 2002 a definirne i principi(e non leggi di centrosinistra) con l’istituzione di un fondo speciale per i rifugiati. A palazzo Chigi si sta già lavorando per la revisione.
Mentre in Italia, dopo il lutto per l’immensa tragedia di Lampedusa, si torna quindi a litigare, oggi voleranno insieme nell’isola il premier Letta, il vice Alfano e il presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso. L’invito ad allargare il campo delle critiche e delle idee a tutta la Ue è stato rilanciato ieri da Alfano da Lussemburgo: «Non indeboliamo il fronte nazionale dividendoci in polemiche interne ». I più solleciti ad accogliere il richiamo del presidente della Repubblica Napolitano sulla necessità di una riforma in materia di asilo sono stati gli esponenti del Pd. Il capogruppo Roberto Speranza ha annunciato una proposta di legge «che dà finalmente completa attuazione all'articolo 10 della Costituzione». In realtà fu proprio la Bossi Fini a colmare un vuoto legislativo che i governi di centrosinistra non erano riusciti a riempire. La legge del 2002 firmata dagli ex ministri di centrodestra introdusse la possibilità di un riesame dell'eventuale decisione negativa in prima istanza della Commissione di asilo e introdusse la protezione umanitaria per gli immigrati che necessitano di una forma di «protezione sussidiaria», perchè in fuga da guerre o da violenze, con un «Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell' asilo». In questi anni l’Italia ha poi recepito tre direttive europee sull’asilo. Risponde alle critiche un ex ministro dell’Interno, Bobo Maroni: «Le normative italiane ci sono e recepiscono quelle europee, non capisco questa voglia matta di modificare leggi che ci sono e vanno applicate ». È tutta «una fuga dalle responsabilità: la colpa è di chi non ha fatto i pattugliamenti».
L’Italia è però ora sottogli occhi del mondo. Il centro di Lampedusa è sovraffollato all’inverosimile e l’Alto commissariato per i rifugiati chiede «soluzioni rapide. Gli standard di accoglienza sono inadeguati e non conformi agli standard europei ».
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