Md, toghe rosse contro Meloni. Albano: "Preoccupa lo stato della nostra democrazia"

Magistratura Democratica riunita in congresso. Dai discorsi sembra di essere tornati ai tempi dello scontro tra giudici e Berlusconi

Il viceministro Sisto e Silvia Albano (segretaria Md)
Il viceministro Sisto e Silvia Albano (segretaria Md)
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Al congresso di Magistratura Democratica sembrano tornati gli anni dello scontro con il potere berlusconiano. Stavolta, nel mirino c’è Giorgia Meloni e i suoi provvedimenti sull’immigrazione e la corrente di sinistra, nata giusto 60 anni fa con la missione dell’impegno politico, ne ha bisogno per rinvigorirsi.

Il ministro della Giustizia ed exmagistrato, Carlo Nordio, si collega da remoto alla sala in Campidoglio con il ramoscello d’ulivo, cercando il dialogo su “critiche tecniche, non politiche”, invita la politica ad “abbassare i toni”, assicura che la riforma sulla separazione delle carriere di giudici e pm, cavallo di battaglia del Cavaliere scomparso, garantirà l’indipendenza dell’ordine giudiziario. “ Non c’è il rischio che i pm vengano sottoposti al potere dell’esecutivo - assicura il Guardasigilli- , mi farebbe inorridire come è magistrato, per 40 anni pm”. Nordio spiega che, anche dopo di lui, “questa riforma scolpisce l’assoluta indipendenza e autonomia dell’organo requirente”.

Inutile, il clima di contestazione è incandescente e il provvedimento si tradurrà in asservimento al governo, per le cosiddette “toghe rosse”.

Si ribella a questa definizione Silvia Albano, presidente di Md e criticatissima dalla maggioranza per il suo provvedimento che ha fatto rientrare in Italia 12 immigrati spediti in Albania. “Giudici comunisti? Non abbiamo in tasca né il libretto di Mao nè il Capitale di Marx - dice con veemenza, dal palco, riferendosi al vicepremier Matteo Salvini -: noi abbiamo in tasca la Costituzione e ora le carte sovranazionali". Denuncia una “sgradevole personalizzazione” del conflitto, dice di essere “parafulmine di una campagna intimidatoria”, alludendo anche alle minacce che le hanno fatto attribuire una scorta. Albano accusa il centrodestra di cercare lo scontro contro magistrati, che non fanno “opposizione al governo ma faticosamente il loro lavoro”, insiste che i rimpatri che vuole Meloni non sono possibili per la “supremazia del diritto europeo” riguardo ai Paesi sicuri. Su questo, sottolinea, c’è il pronunciamento unanime dell’Unione delle camere penali e dalle associazioni dei professori di diritto dell’Unione Europea.

Durissima la reazione della Lega: ”Da Magistratura democratica vittimismo, propaganda e polemiche contro il governo e il ministro Matteo Salvini. Essere invisi a Md, che criticò perfino Giovanni Falcone, è una straordinaria medaglia".

Insomma, nella sala della Protomoteca le posizioni restano lontane, non si vede una possibile conciliazione. Anche perchè il governo ha detto che andrà avanti sui centri in Albania e il segretario di Md, Stefano Musolino, nella prima giornata del convegno ha già detto che le toghe continueranno a bocciare i suoi provvedimenti. Oggi il tribunale di Roma deciderà sulla convalida di quello sugli 8 migranti trasportati nel secondo viaggio in Albania dalla nave Libra e lui ha anticipato, rispetto alle precedenti decisioni giudiziarie:”Sarei sorpreso se cambiasse qualcosa". Dunque, o rinvio alla Corte europea o disapplicazione tout court e intanto, scaduti i 28 giorni previsti, gli 8 migranti dovranno ritornare in Italia in attesa di una risposta definitiva.

Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, commenta.”Bisogna evitare di rappresentare la magistratura come una forza contro il governo, noi applichiamo le leggi e questo non sempre è in sintonia con la politica, ma questa è la nostra missione”.

In

videocollegamento la leader del Pd Elly Schlein si schiera decisamente a difesa delle toghe, dicendo che il governo non può attaccare i provvedimenti giudiziari e ribadisce il no alla separazione delle carriere.

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