Medicina, primo sì alla riforma: cosa cambia sul numero chiuso

La Commissione Istruzione del Senato ha dato il via libera al testo base che riforma l'ingresso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria

Medicina, primo sì alla riforma: cosa cambia sul numero chiuso
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Il Comitato ristretto della commissione istruzione del Senato si è espresso a favore del testo base che consentirà agli studenti di accedere liberamente alle Facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.

La riforma

In sostanza ci sarà una verifica sei mesi dopo l'ingresso nelle Facoltà interessate dalla riforma: una volta concluso il primo semestre, per proseguire coi loro studi gli aspiranti medici, odontoiatri o veterinari dovranno superare una serie di esami propedeutici e quindi un quiz nazionale. Tutto avrà inizio dall'anno accademico 2025/2026, per cui i test in programma il 28 maggio e il 30 luglio 2024 proseguiranno come da calendario.

Cosa accadrà nello specifico? Come anticipato i candidati accederanno senza sbarramenti al primo semestre della Facoltà scelta, ma nell'attesa di affrontare il test, dovranno sostenere esami propedeutici a tutta l'area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterninaria. Nel caso in cui lo studente non superasse la prova, avrebbe comunque la possibilità di riutilizzare quei crediti maturati in corsi di laurea affini.

Ovviamente per ora si tratta solo del primo gradino del progetto del governo, dato che il passo fondamentale sarà rappresentato dalla trasformazione in legge del sopra citato testo base: con questo obiettivo il Ministero dell'Istuzione e del Merito dovrà emanare uno o più decreti legislativi, e avrà un anno di tempo per poter procedere verso l'obiettivo finale.

Soddisfazione del governo

L'addio al numero chiuso, da tempo nell'aria, era uno degli obiettivi principali del Carroccio, che ovviamente ha celebrato l'importante novità. "Grande soddisfazione per lo stop al numero chiuso a Medicina, una storica battaglia della Lega che sta finalmente andando avanti in Commissione Istruzione al Senato. Dalle parole ai fatti!", ha commentato sulle sue pagine social il vicepremier Matteo Salvini.

Tra i primi a rilasciare dichiarazioni ufficiali il presidente stesso della Commissione Roberto Marti. "È stato un lavoro intenso che ha trovato la massima convergenza di tutte le forze politiche", spiega l'esponente del Carroccio. "L'odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più. Un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ha rappresentato uno stimolo anche nella decisione di assumere l'incarico di presiedere la commissione", racconta Marti.

"Offriremo così ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità", prosegue. "Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione", puntualizza il senatore, "e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea". "Finalmente, non più una roulette russa: affidiamo al Governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso", conclude Marti.

Entusiastico anche il commento della senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo. "Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea", dichiara l'esponente di FdI. "Finalmente non più una roulette russa: affidiamo al governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso". L'introduzione dei sei mesi di preparazione consentirà di valutare gli studenti sulla base del profitto maturato nei primi esami sostenuti: "Un semestre in cui gli studenti possono essere giudicati sul reale merito e sulle loro motivazioni, attraverso un sistema più inclusivo e meritocratico", considera la senatrice.

Le riserve del Pd

I dem non sono particolarmente entusiasti invece del testo della riforma, accolto con qualche riserva: una serie di emendamenti è già pronta a partire. “Abbiamo lavorato con serietà nel comitato ristretto, ed oggi la settima commissione ha adottato il testo base frutto di questo lavoro, ma per noi rimangono numerose criticità”, dichiara il senatore capogruppo nella Commissione Scuola, università e ricerca Cecilia D’Elia. C'è una certa perplessità “sulla delega, troppo larga e vaga sugli aspetti che riguardano esattamente le nuove modalità di accesso, la definizione di una graduatoria nazionale dopo aver frequentato solo un semestre, e aver acquisito CFU senza che sia definito come e con quali criteri si compone graduatoria”.

“Abbiamo più volte sottolineato la necessità di un'offerta di qualità e di liberare ragazzi e famiglie dall'enorme spesa che oggi sono i corsi di preparazione al test. Ma la delega sull'orientamento nelle scuole superiori e i percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento è anch'essa vaga e confusa”, considera ancora D'Elia.

La reazione del mondo della medicina

L'Ordine dei medici non ha accolto positivamente la novità, dichiarandosi contrario alla riforma.“Questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina", dichiara il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri Filippo Anelli,"significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo disoccupati”.

"Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando”, affonda invece il segretario nazionale del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed, Pierino De Silverio. “Abolire il numero programmato è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo", prosegue, "tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

"Non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia", promette De Silverio.

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