Migranti, Piantedosi conferma: "Trasferimenti in Albania riprenderanno presto"

Con l'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione e il decreto sui Paesi sicuri, i centri in Albania non hanno altri ostacoli per funzionare, al netto delle singole interpretazioni dei casi

Migranti, Piantedosi conferma: "Trasferimenti in Albania riprenderanno presto"
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"Abbiate fiducia, i centri in Albania funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano". Così diceva Giorgia Meloni qualche giorno fa chiudendo l'intervento ad Atreju. Il progetto è la soluzione giusta per affrontare il problema dei migranti, ne è convinto il governo che si sta battendo per veder riconosciuti i principi su cui si basa. La Corte di Cassazione, nel rinviare la decisione alla Corte di giustizia europea, evitando ancora una volta di prendere una decisione nel merito, nell'ordinanza interlocutoria ha ribadito che "spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto" stabilire la definizione dei "Paesi sicuri". Il giudice può analizzare oggettivamente caso per caso e l'onere della prova spetta al richiedente asilo. Oggi, in un'intervista rilasciata a La Stampa, il ministro Matteo Piantedosi conferma che il lavoro sui centri in Albania non si è mai fermato.

Sullo stop momentaneo hanno pesato, spiega il titolare del Viminale, "le prime decisioni di alcuni magistrati che hanno trovato una prima, importante smentita" nella decisione della Cassazione. Tuttavia, prosegue, "confidiamo di aver gettato le basi per il superamento di qualsiasi dubbio con il recente intervento normativo sui cosiddetti Paesi sicuri". Sulle basi solide posate sia con il decreto che con l'ordinanza interlocutoria della Suprema Corte, il governo conta "di riprendere al più presto i trasferimenti, che in questi giorni non sono necessari perché sta funzionando molto bene l'azione preventiva di contrasto delle partenze dalla Libia e dalla Tunisia". Ora sono attese le decisioni della Corte di giustizia europea, che sono state inviate sia dal tribunale di Roma che da quello di Bologna, oltre che dalla Corte di Cassazione. Il ministro Piantedosi si dice sicuro che la pronuncia del tribunale Ue sarà positiva e che le sue decisioni "affermeranno le ragioni del diritto e quello che è ormai chiaro a livello europeo: quei centri sono un tassello importante della strategia di contrasto all'immigrazione irregolare".

Come già più volte ribadito dagli organi europei e dagli vari Stati, ora serve trovare soluzioni "innovative" per contrastare il fenomeno, che dopo anni di espansione incontrollata non può essere gestito con gli strumenti consueti. "Nel 2024 abbiamo ridotto gli arrivi irregolari del 60 per cento rispetto all'anno precedente e del 38 per cento rispetto al 2022", ha ricordato il ministro, che si è detto sempre fiducioso nella magistratura. "È stato evidente a tutti che alcuni magistrati abbiano pubblicamente e anche preventivamente espresso contrarietà a questa come ad altre iniziative del governo per contrastare l'immigrazione irregolare", ha spiegato il ministro. Piantedosi è tornato anche all'assoluzione piena del ministro Salvini sul caso Open Arms, fascicolo che lui conosce molto bene in quanto ai tempi dei fatti era capo di gabinetto al ministero degli Interni. "Concorsi in prima linea alla gestione di quell'evento e mi rimase impresso l'atteggiamento equivoco e ostile che ebbe quella Ong nell'occasione.

Mi apparve prevalentemente orientato a condizionare la politica del governo dell'epoca", ha spiegato La Stampa. La ragione, ha concluso, "ancor più della giustizia è come l'araba fenice: prima o poi riemerge".

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