Monti scarica Bersani: "Su Mps il Pd c'entra"

Botta e risposta tra Monti e Bersani. Il prof: "Il Pd c'entra sul caso Mps". Poi difende Bankitalia e il suo governo. ll leader Pd: "Solo ora ci trova difetti"

Monti scarica Bersani: "Su Mps il Pd c'entra"

"C’entra in questa vicenda quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd, che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca". Mario Monti entra a gamba tesa nello scandalo di Monte dei Paschi di Siena e risponde indirettamente al segretario democratico che ieri ha rivendicato che "il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche".

Dichiarazione, quella del leader Pd, che poco collima con quella di Massimo D'Alema: "Noi, e per noi intendo il Pd di Siena nella persona del sindaco Franco Ceccuzzi, Mussari lo abbiamo cambiato un anno fa, assieme a tutto il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi. Questi sono fatti documentati". Insomma, le versioni di Bersani e di D'Alema divergono.

Così come suscita qualche perplessità la strenua difesa di Bankitalia (che all'epoca della gestione Mussari aveva Mario Draghi come governatore) operata dal premier in contrasto con lo scaricabarile del ministro dell'Economia Vittorio Grilli.

Se da un lato infatti il Prof "ha totale fiducia negli organi della Banca d’Italia, della vigilanza presso la Banca d’Italia e fiducia totale nel ministero dell’Economia", proprio il titolare dello stesso dicastero ieri ha spiegato che "la situazione di Mps non è una novità, non è un fulmine a ciel sereno. Conoscevamo le sue problematicità già da un anno. Non ho evidenza di problemi in altre banche. Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d’Italia".

Insomma, lo scandalo dei derivati (con conseguenti dimissioni di Giuseppe Mussari da presidente dell'Abi) ha sollevato un gran polverone, ha messo in evidenza contraddizioni interne e ha acceso la battaglia politica, nonostante Monti cerchi sempre di morigerare le sue uscite. Non per nulla, dopo aver puntato il dito sull'ingerenza del Pd sugli affari di Mps ha subito tenuto a precisare che "io non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l’uno l’indice contro gli altri".

Che sia proprio il tecnico-politico - accusato più di tutti di avere un rapporto privilegiato col sistema bancario - a lanciare invettive contro la commistione tra banche e politica stride un po'. Non per il bocconiano però, il quale ha rivendicato la sua indipendenza spiegando che "20 anni fa rifiutai la vicepresidenza della Banca commerciale italiana nell’occasione in cui le cariche di vertice per la prima volta erano state lottizzate. Ho indagato sulle commistioni da Commissario Ue e in Italia mi sono sempre molto occupato di questioni bancarie da studioso e ho sempre fatto raccomandazioni contro la commistione tra le banche e la politica".

Dunque, l'esecutivo sapeva, ma non ha colpe. E Bankitalia nemmeno. Questo in sintesi il pensiero di Monti, secondo il quale "il governo non ha la resposabilità su Mps, ha la responsabilità di assicurare che tutto il sistema funzioni e di evitare che ci siano problemi nel sistema bancario" e Bankitalia "non ha nulla da nascondere" e "sbaglia chi adombra mancanza di supervisione". Inoltre, secondo il Prof, chi ipotizza un nesso tra il gettito dell’Imu e i Monti bond a Mps sbaglia e alza "una nuvola leggermente terroristica".

Infine, un'altra stoccata al partito di Bersani in tema di alleanze: "Dipenderà da quali politiche intenderà mettere in campo.

Se sono quelle espresse, legittimamente, dalle correnti massimaliste non ci sarà proprio la possibilità di un lavoro comune". Ma alla fine il segretario democratico ha risposto alle accuse del bocconiano: "Monti trova un difetto al Pd tutti i giorni, per un anno non ne ho mai sentiti".

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