"Morti di Stato, colpa di Tav e Ponte". Lo sciacallaggio di Toninelli su Mestre

L'ex ministro dei Trasporti si sfoga sui social facendo dei collegamenti insensati tra i bisogni delle varie infrastrutture, arrivando ad autoincensarsi sul nuovo ponte di Genova: "Costruito velocemente grazie a me"

"Morti di Stato, colpa di Tav e Ponte". Lo sciacallaggio di Toninelli su Mestre
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Dopo un'intera giornata ad accusare Matteo Salvini di "sciacallaggio" per avere semplicemente sollevato dei dubbi sui pericoli dei mezzi di trasporto elettrici, ecco arrivare il vero speculatore politico della tragedia che ha colpito Mestre: Danilo Toninelli. L'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti decide di dire la sua sul bus precipitato dal cavalcavia alle porte di Venezia. Per esprimere cordoglio nei confronti delle ventuno vittime? Assolutamente no. Il grillino cremonese coglie la palla al balzo per accusare sostanzialmente tutta la classe politica (eccezion fatta per il suo partito di riferimento) di essere complice di una "strage di Stato".

Toninelli, in un post su Facebook, mischia tutto assieme in un unico grande minestrone. "La strage di operai sui binari di Brandizzo, la strage del bus di Mestre con il guard rail marcio, le tanti morti silenziose in incidenti stradali quotidiani causati da strade dissestaste, non sono morti accidentali - è la sua premessa -. Sono morti di Stato causate dalla follia di destinare tutti i soldi pubblici disponibili per le infrastrutture italiane ad opere inutili e costosissime come il Tav Torino-Lione o il ponte sullo Stretto". E qua riesce già a cadere in contraddizione perché l'ultimo governo che ha dato il via libera al Tav, a seguito della fatidica "analisi costi-benefici" è stato proprio il Conte 1 (luglio 2019) sotto il quale Toninelli era ministro delle infrastrutture.

Quella stessa opera, stando alle parole dell'ex parlamentare pentastellato, verrebbe chiamate "grande" soltanto "per fottere la gente, facendo credere loro che siano importanti e necessarie". Mentre si trascurerebbero quelle "strade che davvero servono e che usiamo nella vita di tutti i giorni. Quelle che invece crollano, si dissestano, che non hanno protezioni o che se le hanno sono marce". Poi, il surreale complimento egoriferito, con annesso atteggiamento passivo-aggressivo: "Ma chi sono io per parlare? - si chiede - Sono solo quello del nuovo ponte di Genova, costruito in tempi record e senza sprecare un solo euro in corruzione e/o clientele".

Capito? Il nuovo viadotto Genova San Giorgio sarebbe tutto merito suo. E poco importa il fatto che a svolgere lavoro eccezionale sulla ricostruzione del ponte crollato il 14 agosto 2018 sia stato soprattutto il sindaco Bucci come Commissario straordinario per la ricostruzione. Infine, il vittimismo nel post scriptum: "Se ci fossi stato io al ministero dei Trasporti sarei stato impallinato a reti e partiti unificati.

Invece tutti zitti, allineati e coperti a difendere questo sistema di potere dominante e corrotto. Questa è l'Italia di oggi. Peggio di quella di ieri". Sicuramente mai peggio di quei quindici mesi in cui Toninelli è stato ministro.

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