"Nessun ritorno al vecchio redditometro". La maggioranza cerca un compromesso sulla misura

Dopo che Forza Italia e Lega hanno espresso dissenso nei confronti del provvedimento nato con il governo Renzi, il viceministro Leo ha voluto precisare in che cosa consiste esattamente il decreto emanato dall'attuale esecutivo

"Nessun ritorno al vecchio redditometro". La maggioranza cerca un compromesso sulla misura
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Il centrodestra discute sul redditometro, con posizioni divergenti che vanno dalle perplessità in Forza Italia e Lega fino ai chiarimenti illustrati da parte del viceministro all'Economia Maurizio Leo, di Fratelli d'Italia. "Forza Italia è sempre stata contro il redditometro", hanno sottolineato fonti del partito azzurro interpellate sul possibile utilizzo dello strumento che rileva il reddito presunto per stabilire le imposte dovute dei contribuenti-persone fisiche, come stabilito da un decreto firmato da Leo. Tra gli azzurri ci sono dubbi sulla misura e si stanno verificando i termini della misura che, hanno spiegato le stesse fonti, "confliggerebbe con il provvedimento del concordato preventivo contenuto nella delega fiscale". Il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri, risponde a chi gli chiedeva un commento alla notizia del decreto che lo reintegra in questo modo "Rimettono il redditometro? Non credo proprio...". Per poi ribadire: "Noi riteniamo, come Forza Italia, che il governo di centrodestra debba subito determinare l'obsolescenza del redditometro e il suo superamento" per passare al "concordato preventivo biennale", con il contribuente che concordi "con un fisco amico, che sia in grado di difendere le sue ragioni, portando le sue controdeduzioni".

Lega: "No a modalità da Grande Fratello"

Anche la Lega prende le distanze dalla soluzione adottata dal governo con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale del 7 maggio su questioni fiscali. "Mi sembra di capire che sia un provvedimento fatto dal viceministro Leo quindi chiedete a Fdi", ha affermato il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, in merito alla misura sul redditometro. "La trovo solo un po' strana come proposta, perché noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti", ha aggiunto il senatore. Fonti interne al partito guidato da Matteo Salvini sottolineano poi come il movimento di via Bellerio sia sempre stato contrario al redditometro: "L'inquisizione è passata da tempo e non tornerà di certo con la Lega al governo. Controllare la spesa degli italiani, in modalità Grande fratello, non è sicuramente il metodo migliore per combattere l'evasione". Per questo motivo si auspica che la proposta del viceministro Leo "non sia orientata in questa direzione. Da sempre invece la Lega punta su un fisco più equo e su una progressiva riduzione della pressione tributaria".

Leo rassicura gli alleati: "Rimediata una stortura di Conte"

Ecco quindi che, dopo le prese di distanza dei colleghi della maggioranza, Leo ha tenuto a precisare che "il centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del redditometro introdotto nel 2015 dal governo Renzi". Tuttavia il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette "finalmente dei limiti al potere discrezionale dell'Amministrazione finanziaria di attuare l'accertamento sintetico", ovvero la possibilità del Fisco di "contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall'ordinamento tributario fin dal 1973". Nel dettaglio, il governo ha deciso di intervenire per correggere "una stortura che si è creata nel 2018, quando il Governo Conte 1 ha abolito il D.M. 16 settembre 2015" e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente "in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell’accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente".

Purtroppo, quel decreto non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato "un vuoto nei limiti all'azione dell'amministrazione finanziaria nell'applicazione dell’accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione". Ora si è arrivati a questo punto dopo sei anni da quel cambio di rotte per il quale l'attuale esecutivo è "finalmente intervenuto e ha emanato un decreto", che è stato preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l’Istat e il garante della privacy, e che "fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio".

Quindi il messaggio è molto semplice: "Non c'è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l'impegno per combattere i grandi evasori fiscali - conclude Leo - in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti".

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