Le elezioni regionali in Abruzzo hanno innescato un duplice effetto: da una parte hanno confermato la forza del centrodestra e smentito la narrazione secondo cui sarebbe terminata la luna di miele con gli elettori; dall'altra sono state messe in evidenza l'inconsistenza del campo larghissimo e il rifiuto di buona parte degli elettori di sinistra di votare un'accozzaglia del genere. Il risultato? Tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle tornano i dissidi, alla faccia di quel clima di ostentata unità (di facciata) dopo la risicata vittoria in Sardegna. Avvertimenti, irritazioni e frecciatine: l'asse giallorosso diventa sempre più turbolento.
Dal suo canto Elly Schlein è determinata nel portare avanti la strategia "testardamente unitaria" che prevede di abbracciare i grillini in occasione delle tornate elettorali sul territorio, una strada che evidentemente da Giuseppe Conte non viene giudicata percorribile a tutti i costi. Non a caso l'ex presidente del Consiglio parla spesso di "campo giusto". Il segnale è chiaro: le alleanze si decidono in base al contesto, senza seguire una logica automatica e preimpostata. La divergenza è lampante: la smania di trovare un accordo da parte del segretario dem sbatte contro la cautela a cui invita il leader del M5S.
Le imminenti elezioni regionali in Basilicata, fissate per il 21 e il 22 aprile, sono la testimonianza dei diversi approcci al campo largo: il Pd spinge per raggiungere un'intesa con i grillini, mentre i 5 Stelle frenano sul nome di Angelo Chiorazzo e non si esclude l'ipotesi di una corsa solitaria. Sullo sfondo l'area riformista del Partito democratico sprona Schlein chiedendo di far contare in misura maggiore il peso dem nell'ottica della partita delle candidature, alla luce anche del responso in Abruzzo che vede il Pd crescere e il Movimento sprofondare.
Ed è proprio approfittando della caduta libera dei 5S che dalla minoranza del Pd lanciano un avvertimento nei confronti di Conte. "Nessuna spocchia ma Conte riconosca la nostra centralità", è la linea riferita dall'Adnkronos. Tradotto: i pesi vanno rispettati e non si possono tollerare determinati atteggiamenti di chi continua a perdere preferenze. Ma le parole suonano anche come un monito verso Schlein: giusto il tentativo di unire, ma si adotti una postura di dignità senza andare al traino del Movimento.
Eppure Elly preferisce muoversi dando priorità alla coalizione e alla competitività della proposta messa in campo, come dimostra l'intervista rilasciata a La Repubblica: "Io non demordo. L'alleanza fra tutte le forze d'opposizione è un percorso avviato, sono sicura che ce la faremo". Probabilmente non è al corrente del quotidiano fuoco tra Matteo Renzi, Carlo Calenda e Giuseppe Conte. E rilancia l'idea di costruire tutti insieme un'alternativa al centrodestra: "Una coalizione che si confronta e si unisce attorno a un progetto comune e a candidatura credibili, diventando competitiva ovunque".
Per Schlein, tra l'altro, c'è un altro fronte che tiene banco: le elezioni europee che si terranno l'8 e il 9 giugno. Il segretario del Partito democratico non ha ancora comunicato la decisione su una sua discesa in campo: correrà da protagonista o sceglierà di non entrare in partita di prima persona? Nel frattempo dal Pd continua il pressing: "Dobbiamo mettere in campo la squadra. La forza dei nostri amministratori in lista può portarci un paio di punti percentuali". Ma Elly temporeggia: "Sulle liste non abbiamo ancora novità, stiamo lavorando alla costruzione della proposta". Palla in tribuna.
Con l'avvicinarsi all'appuntamento politico aumenteranno i distinguo dei 5 Stelle e c'è da aspettarsi che Conte apra una fase tutt'altro che accomodante verso i dem. Chissà se Schlein sarà ancora "testardamente unitaria" o se replicherà agli attacchi bassi che di fatto smontano il castello di una coalizione coesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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