Salvini a Pontida: "Governo compatto. Manovra? Paghino i banchieri, non gli operai"

Il leader della Lega chiude il raduno nel Bergamasco promettendo che lui non si arrenderà mai: "Aumenteremo lo stipendio ai lavoratori. Cittadinanza? Prima revocarla a chi delinque". E su Open Arms: "Possono arrestare me, non un intero popolo"

Salvini a Pontida: "Governo compatto. Manovra? Paghino i banchieri, non gli operai"
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Al grido di "Noi non molliamo mai", Matteo Salvini chiude l'edizione 2024 della festa della Lega a Pontida. Il vicepresidente del Consiglio si prende tutto l'affetto per il popolo leghista gli ha voluto tributare in segno di solidarietà per il rischio di subire una condanna a sei anni di carcere per il caso Open Arms. Tanti sono gli argomenti toccati dal segretario federale, che ha voluto ringraziare tutti gli amministratori del Carroccio e gli ospiti politici-istituzionali leghisti. Ma il messaggio è chiarissimo: caso mai un'eventuale condanna diventasse definitiva, lui sarebbe anche pronto di varcare l'ingresso del carcere: "Ci andrei a testa alta" perché posso anche arrestare lui, "ma non potranno mai fermare un intero popolo".

A proposito dei migranti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è determinato più che mai a non volere cambiare la legge sulla cittadinanza e, anzi, è pronto a invertire i termini del ragionamento, affermando: "La nostra priorità è quella di revocarla a quelli che delinquono". Un punto di vista certamente diverso rispetto a quello espresso da Forza Italia la scorsa estate. Ma lui garantisce ulteriormente: "Il governo è compatto, è di amici prima ancora che alleati. Ogni tanto discutiamo ma poi si trova sempre la soluzione". L'obiettivo finale rimane quello della pace: "L'Europa è nata per garantire la pace tutto intorno, e oggi qui nasce un'alleanza di popoli che ci tiene alla pace". E quindi bisogna "fermare l'invasione islamica con cuore e con coraggio: lo hanno fatto a Lepanto, lo faremo ancora noi", ha aggiunto, ricordando la Lega Santa che vinse la battaglia di Lepanto nel 1571 contro l'Impero Ottomano.

Difesa dei confini, certo: ma nel suo discorso diventano rilevanti anche i temi economici: e, confermando le intenzioni ben spiegate dal ministro Giorgetti, conferma il fatto che ulteriori sacrifici non verranno fatti contro gli ultimi: "Paghino i banchieri e non gli operai", dichiara Salvini a proposito della prossima imminente legge di bilancio. "Il nostro obiettivo è abbassare le tasse alle partite Iva e aumentare gli stipendi ai lavoratori", promette. Sull'Autonomia, nessun passo indietro: "Dopo 30 anni è legge dello stato, indietro non si torna, perché è il futuro, è merito, efficienza". Gli unici che hanno paura dell'autonomia "sono i politici incapaci di sinistra che rubano fiducia e voti da 50 anni".

L'endorsment per Donald Trump alle elezioni americane è fissato da tempi non sospetti, così come l'attacco alla Commissione europea: "Abbiamo il dovere di difendere gli imprenditori e gli agricoltori europei, il cui lavoro è messo a rischio dagli ecoterroristi di Bruxelles che vorrebbero chiudere le fattorie e le fabbriche per fare un favore magari ai turchi, ai cinesi e alle multinazionali", rimarca. La sua conclusione è un ringraziamento a chi lo ha preceduto alla leadership della Lega: "Noi non molliamo, noi non molliamo, noi non molliamo. Grazie alla grande Lega e agli amici arrivati da tutta Europa.

La Lega è nata da 40 anni per dare forza e territori, per dare coesione sociale e speranza ai nostri popoli. La Lega è una storia di coerenza - ha affermato dal prato di Pontida, da cui parte anche "un eterno grazie a Umberto Bossi e a Roberto Maroni per averci accompagnato fin qua".

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