Continua a tenere banco la questione sul caso giudiziario relativo alla regione Veneto circa i presunti tamponi irregolari fatti fare dal governatore locale Luca Zaia contro il parere di Andrea Crisanti.
Lo scontro si arricchisce di un nuovo capitolo in occasione del confronto televisivo tra il virologo, di recente entrato tra le file del Partito democratico, e la parlamentare di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo. Entrambi ospiti della trasmissione Tagadà, programma in onda sulle frequenze di La7, i due hanno dato vita a un battibecco in diretta televisiva.
"Io dico che probabilmente questi attriti con Zaia sono dovuti anche a posizioni politiche molto diverse che si sono esplicitate con la sua candidatura per il Partito democratico, banalmente", considera l'esponente di FdI. "No guardi, mi permetta una cosa. Numerosi esponenti del suo partito in Senato", replica Crisanti, "mi hanno detto: 'Ma noi credevamo che lei avesse idee più vicine alle nostre'. Ma sa perché me l'hanno detto? Per la ragione che io non ho mai avuto riguardi per nessuno, indipendentemente dalle idee politiche. Per me", aggiunge, "la cosa più importante è la verità scientifica e l'interesse dei pazienti".
"È la verità scientifica che quei tamponi si potevano utilizzare allora, perché altrimenti non sarebbero stati validati", interrompe Chiara Colosimo. "No, guardi non è così", sbotta il virologo, "prima di tutto non sono stati validati, perché Rigoli ha detto un falso e non li ha validati. Punto. E questo è agli atti della Procura".
"Seconda cosa", aggiunge il rappresentante dem, "sono validati per la diagnosi, che è una cosa completamente diversa". L'analisi giudiziaria del suo interlocutore tuttavia non va proprio giù alla parlamentare di Fratelli d'Italia, che affonda: "Quindi lei è pure giudice? Professore, politico e pure giudice. Che sono agli atti non vuol dire che c'è una sentenza". "È la tesi autorevole della Procura", ribatte Crisanti, "che ha richiesto il rinvio a giudizio sulla base del fatto che l'ha intercettato mentre chiedeva a posteriori di creare i dati. Poi vedremo che cosa emergerà, però questi sono i dati su cui la Procura sta indagando, e questo è un dato di fatto, io non sto giudicando nulla, va bene?".
Ma il virologo non si placa e insiste ancora, rilanciando il tema specifico dei tamponi. "Poi lei, mi permetta, deve capire una cosa. C'è una differenza abissale nella diagnosi e nello screening di massa...
". "Professore", lo blocca la Colosimo, "lei lo sa che sono figlia di un microbiologo, non c'è bisogno che mi dica questa cosa, lo sa bene perché ne abbiamo parlato, non mi deve spiegare niente".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.