Non muoia Sansone

Difficile che senza Zaia o addirittura contro di lui il centrodestra possa pensare di vincere agevolmente le elezioni

Non muoia Sansone
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Difficile scegliere tra principi giusti ma tra loro inconciliabili. La questione del limite dei tre mandati che sbarra la strada tra gli altri a Luca Zaia per un quarto giro da governatore del Veneto, sta diventando una mina per il centrodestra. Lo stesso Zaia l'ha innescata ieri, annunciando che lui non ha intenzione di farsi da parte, che se il governo non sbloccherà il vincolo sarà guerra, e sarà guerra mondiale se al suo posto sarà candidato un esponente di Fratelli d'Italia perché «prima vengono i Veneti, poi viene la Lega e solo infine la coalizione». Saltiamo i tecnicismi e veniamo al dunque. È vero che Fratelli d'Italia anche in Veneto ha superato la Lega e che quindi aspiri legittimamente a indicare il nuovo governatore, ma è anche vero che in Veneto Luca Zaia, o comunque un «Partito di Zaia» con qualsiasi candidato, secondo i sondaggi vale da solo tra il 40 e il 50 per cento: difficile che senza di lui o addirittura contro di lui il centrodestra possa pensare di vincere agevolmente le elezioni. Un centrodestra che si presentasse diviso, Partito di Zaia-Lega contro Fratelli d'Italia-Forza Italia, in una Regione importante e simbolo dell'efficienza di governo delle destre quale è il Veneto, sarebbe ridicolo oltre che stupido e non resterebbe senza conseguenze politiche dagli esiti incerti ma comunque pericolosi anche a livello nazionale. Così come la sinistra in Campania - il governatore uscente De Luca ha lo stesso problema di Zaia -, il centrodestra in Veneto non si gioca infatti solo il governo di una Regione, ma una storia di unità e solidità che dura da trent'anni e che a qualsiasi livello è sempre stata l'arma vincente nei confronti di una sinistra divisa e litigiosa. Ovviamente non tocca a noi stabilire chi debba fare delle rinunce, quello che è inammissibile è chiedere ai veneti di rassegnarsi a un destino - il governo delle sinistre - ancora evitabile se solo si riuscisse a usare buon senso.

Il tempo non manca, nelle prossime settimane verificheremo se mancheranno volontà e lucidità da parte di tutte le parti in causa, Zaia compreso, perché «muoia Sansone con tutti i filistei», chiunque la metta in pratica, non è una ricetta politica degna di una classe dirigente.

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