Gli sciacalli

Accanimento senza fine: Berlusconi costretto anche a sospendersi da Cavaliere del lavoro

Gli sciacalli

Come cani arrabbiati, come sciacalli pronti a scarnificarlo fino a non far rimanere neppure il ricordo. Questa è la furia ideologica del partito anti berlusconiano. Manca solo che qualcuno si muova per vietare il suo nome sul simbolo del partito alle europee. È probabile che ci stiamo già pensando, con qualche ricorso su misura alla vigilia delle elezioni. Il nome Berlusconi come un tabù, come una bestemmia. È chiaro che anche così fa ancora paura. Gli hanno tolto il Senato, applicando la retroattività alla legge Severino, violando uno dei principi cardini del diritto. Non solo. Non si può candidare, ma per non rischiare assolutamente nulla, neppure l'impossibile, non può neanche essere eletto. Come se già il primo divieto non fosse sufficiente. Gli tolgono anche il diritto di voto, per umiliarlo e sottolineare quanto sia indegno. Basta così? No, certo. Lo costringono anche ad autosospendersi da Cavaliere del lavoro, titolo di cui si fregiano personaggi che hanno fatto fallire storie imprenditoriali leggendarie. Tipo Carlo De Benedetti con l'Olivetti.

Il futuro di Berlusconi devono essere i servizi sociali, o gli arresti domiciliari, qualsiasi cosa oscuri il suo volto, gli tolga la parola, non gli permetta di fare campagna elettorale, lo faccia tacere per sempre, in attesa dell'oblio, della dannazione della memoria. La speranza del furore antiberlusconiano è far sparire le sue foto e il ricordo.

Solo che tutto questo rischia di ottenere l'effetto contrario. Sono in tanti a chiedersi il perché di tutto questo accanimento. Il dubbio di una magistratura ad personam si fa sempre più forte. Persino a sinistra ci si domanda sottovoce: non è che stiano esagerando? Anche perché più cercano di annientarlo più il suo popolo gli giura fedeltà, come dimostrano le migliaia di firme che ogni giorno arrivano al Giornale.

Cresce la voglia di votare Berlusconi come testimonianza, come simbolo, come dispetto, come segno di solidarietà, come resistenza, per non darla vinta a una sinistra che ti vuole sottomettere, e se non ti inginocchi ti distrugge, ti calpesta, ti divora l'ultima libbra di carne.

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