"Non vado a piantare chiodi". Salvini zittisce la sinistra sul caos treni

Il ministro torna a parlare del caos ferroviario, separando i fatti accaduti dalla propaganda anti-governo azionata dalla sinistra

"Non vado a piantare chiodi". Salvini zittisce la sinistra sul caos treni
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Il giorno dopo il caos ferroviario che ha bloccato l'Italia, Matteo Salvini fa ordine. E separa i fatti dalla propaganda della sinistra, che nelle scorse ore aveva sfruttato il problematico imprevisto per attaccare il governo e per chiedere le dimissioni del vicepremier e ministro dei Trasporti leghista. Le opposizioni avevano infatti accerchiato quest'ultimo, imputandogli le responsabilità politiche di quell'errore rivelatosi poi deleterio per la circolazione ferroviaria delle ore successive. Intervenendo stamani a Perugia, Salvini ha però replicato a quei tentativi di forzare la mano, soprattutto rispetto alla volontà di trasformare il vicepremier in una sorta di macchinista che si dovrebbe occupare di guasti, cavi elettrici e disservizi sulla linea.

"Io mi occupo dei finanziamenti che per il 2024 sono di tre miliardi e mezzo per le manutenzioni e 9 miliardi per la rete ferroviaria per recuperare gli anni passati. È chiaro che se c'è un errore umano bisogna limitare la possibilità di questi errori", ha quindi affermato questa mattina il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. E ancora, ha aggiunto: "Mi sembra che la ditta sia stata allontanata come è giusto che sia, se ci saranno altre responsabilità interne a Rfi o Ferrovie dello Stato, che emergano". Già nella giornata di ieri, il leader leghista aveva spiegato che a causare i disservizi era stato "l'errore di una ditta privata" per un chiodo piantato su un cavo. "Il tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all'altezza che la seconda potenza industriale d'Europa deve avere", aveva quindi lamentato. Intanto gli accertamenti sull'accaduto proseguono.

La sinistra tuttavia aveva azionato un istantaneo tiro al bersaglio nei confronti del leader del Carroccio."Ieri sul sistema delle Ferrovie nonostante il casino dovuto all'errore di quella ditta hanno viaggiato 600mila persone. Oggi sono aperti 1.100 cantieri, un numero impressionante, è normale che qualche rallentamento c'è, la scelta di non fare cantieri peserebbe su sicurezza e manutenzione", ha tuttavia replicato e argomentato oggi lo stesso ministro, rispondendo indirettamente a quanti dall'opposizione avevano parlato di "sistema al collasso" e accusato Salvini di sottrarsi alle sue responsabilità.

Sul punto, il ministro ha quindi

aggiunto una considerazione definitiva, o quantomeno rispettosa del buon senso: "Io mi occupo di trovare soldi e approvare leggi, non vado a piantare chiodi fino a prova contraria".

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