Ilaria Salis non riesce a uscire dalle logiche da centro sociale. Nonostante sia ormai un'europarlamentare che, quindi, dovrebbe rappresentare la Repubblica italiana e i suoi cittadini a Bruxelles, continua a esternare un pensiero riconducibile agli ambienti dell'antagonismo di sinistra. Lo ha dimostrato per l'ennesima volta commentando, a distanza di una settimana, l'incidente in cui ha perso la vita Ramy Elgaml, giovane di origine marocchina che viaggiava a bordo di uno scooter che ha forzato un alt dei Carabinieri. E l'intervento di Salis, in questa occasione, come c'era da aspettarsi non poteva che essere orientato a sostenere la causa del Corvetto. Nessun cenno da parte sua agli scontri violenti, nessuna condanna per gli atti vandalici, solo "comprensione" da parte sua: l'ennesimo schiaffo alle forze dell'ordine.
"Il quartiere Corvetto è un luogo che conosco bene: un quartiere popolare, multietnico, proletario. Una delle periferie di Milano dove la vita di tutti i giorni non è una cosa semplice. Se gli amici di Ramy e gli abitanti del quartiere non avessero protestato, nessuno avrebbe preso in considerazione la loro sacrosanta richiesta di verità e giustizia. Come successo in altre occasioni, forse non sapremmo nulla della dinamica della tragedia o, peggio, eventuali responsabilità sarebbero state facilmente insabbiate", accusa Salis nel suo comunicato. Accuse nemmeno troppo velate per l'europarlamentare, secondo la quale senza i disordini violenti, non "proteste", come li definisce lei, la magistratura non si sarebbe mossa. "Quando queste persone provano a far sentire la propria voce, non stupisce che le reazioni siano tanto scomposte e cattive. Purtroppo, le narrazioni tossiche e le campagne d’odio contro poveri e migranti hanno inquinato a tal punto l’opinione pubblica che non c’è da aspettarsi di meglio", prosegue. Parla di semplici proteste per far sentire la propria voce e si stupisce che, davanti alle aggressioni ai poliziotti e ai cassonetti bruciati, le strade prese d'assalto e le violenze, ci siano reazioni forti di chi condanna tutto questo. Non "scomposte e cattive", come dice lei, ma civili, perché civile è l'Italia, che non può ammettere determinate violenze.
Ma Salis non contempla questi concetti, nei suoi trascorsi ci sono manifestazioni di quel tipo quindi non può, secondo lei, rinnegare se stessa. E così continua a stare dalla parte dei violenti, che lo stesso padre di Ramy ha stigmatizzato. "Per quanto ci riguarda, sappiamo da che parte stare. Anche quando non è facile, anche quando non è conveniente. Non smetteremo di lottare per abolire le condizioni strutturali che determinano queste tragedie e per cambiare la narrazione. Vorremmo che nessuno, a causa della miseria e della mancanza di opportunità, fosse spinto a ‘rubare collanine’ per tirare a campare", prosegue l'europarlamentare di Avs, quasi giustificando il furto, che in Italia è un reato perseguibile penalmente. Anche se è "solo una collanina", come si è letto spesso in giro in questi giorni. Esistono anche persone che vivono nell'indigenza che, dignitosamente, cercano un lavoro e chiedono aiuto, senza rubare al prossimo: e ce ne sono tante, in Italia, sia italiane che straniere. "Vorremmo che non esistessero più quartieri dove la vita è più difficile che altrove. Vogliamo eguaglianza. Io non conoscevo Ramy, né so cosa abbia fatto quella notte. Ciò non mi impedisce di pretendere verità e giustizia. Per Ramy, per tutti", conclude Salis.
Ma stavolta, anche i suoi sostenitori davanti a tanta retorica ideologia scollegata dalla realtà, pare abbiano fatto un passo indietro, perché non si può appoggiare chi giustifica i furti e le violenze di strada, etichettandole banalmente come proteste. Non si può e non si deve, se l'Italia è ancora quel Paese civile che le forze dell'ordine stanno cercando di tutelare. "Il mondo di Ilaria... Svegliarsi al mattino e fare ciò che c***o si vuole senza dar conto alle leggi o alla parte lesa. Poi ci chiediamo ancora come mai la sinistra in Italia è bella morta e sepolta", commenta un utente, evidentemente deluso dall'attuale sinistra italiana.
"A questo punto mi chiedo cosa avrebbero dovuto fare i parenti del ragazzo ammazzato un mese fa per rubargli le cuffiette. Eppure non mi pare abbiano devastato mezzo quartiere", commenta un altro, seguendo la linea (poco) logica di Salis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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