
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, è intervenuto con toni decisi al congresso federale della Lega, lanciando una serie di messaggi chiari e critici su economia, Europa, energia e mercati finanziari. Il suo intervento ha fatto eco e ha alimentato il dibattito, in un contesto in cui politica e industria cercano punti di convergenza.
"Non facciamoci prendere dal panico", ha esordito Orsini, riferendosi ai recenti scossoni sui mercati finanziari. "Vedere che Wall Street in due giorni brucia 5mila miliardi, Piazza Affari ne brucia 47 miliardi di capitalizzazione. Attenzione, e lo dico ai risparmiatori, piccoli risparmiatori, che qualcuno sta facendo dei grandi interessi. Quindi cerchiamo di usare la testa, fermiamoci perché la verità è che stiamo bruciando soldi di capitalizzazione di imprese che vivono un luogo reale, magari anche di imprese che non lavorano negli Stati Uniti. E questo spaventa e comunque bruciamo soldi nei cittadini".
Al centro del suo intervento anche l’Unione Europea, con un appello deciso alla semplificazione normativa: "Noi oggi dobbiamo fare una cosa semplice, dobbiamo fermare la burocrazia europea, non c'è più tempo", ha detto. Orsini ha puntato il dito contro l’eccessiva produzione normativa: "Abbiamo costruito 13.000 norme in 5 anni, dove gli Stati Uniti ne hanno fatte 3.500. La Gdpr, la legge per la privacy, è importante ma costa l'8% dei ricavi".
Il presidente di Confindustria ha inoltre sottolineato le difficoltà di competere su scala globale: "Siamo in un mercato dove dobbiamo competere geopoliticamente con gli Stati Uniti, con i cinesi. Vogliamo la responsabilità sociale, noi la vogliamo fare, la sappiamo fare, ma se lottiamo con quelli che non hanno la responsabilità sociale o noi siamo in grado di cambiare loro, oppure siamo finiti".
Non è mancato un passaggio sulle relazioni con gli Stati Uniti: "La verità è che il grande lavoro che noi stiamo facendo con gli Stati Uniti per noi è importante, 65 miliardi di esportazione, un saldo positivo di 42 miliardi, quindi noi abbiamo la necessità di dialogare con gli Stati Uniti", ha affermato Orsini, ribadendo l'importanza di una strategia europea coesa: "Noi abbiamo detto che serve lavorare e negoziare tutti assieme in Europa con gli Stati Uniti".
Sul fronte industriale e ambientale, Orsini ha lanciato un duro avvertimento sulla gestione del Green Deal: "Il problema del green è chi accende il caminetto o chi non cambia la caldaia? Ma, lo diceva Orsini: hanno aperto 100 centrali a carbone in Cina", ha ripreso Salvini citando proprio il leader di Confindustria. Orsini, dal canto suo, ha aggiunto: "Io non sono contro l'auto elettrica però abbiamo dei problemi e dobbiamo tenerne conto. L’Italia ha un problema enorme di costo di energia e di connessioni".
Infine, sul tema dell’energia, la posizione di Orsini è stata netta: "Sul sì nucleare, certo che è sì al nucleare, ma va fatto subito, ci vuole coraggio", ha detto. "E qui non può esserci un problema politico, è un problema di salvaguardia dell'Italia.
Non si può pensare che ci sia qualcuno contro perché oggi è l'unica via per salvare l'industria italiana e per mettere al centro i lavoratori perché questo è: noi e i lavoratori siamo la stessa cosa e l'energia è il problema".Con il suo intervento, Orsini ha dunque lanciato un appello forte alle istituzioni italiane ed europee: servono pragmatismo, coraggio e visione industriale per affrontare le sfide globali.
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