Pacco bomba alla Stampa Indirizzato a un cronista che si occupa dei No Tav

L'ordigno era mascherato da hard disk, sarebbe sploso cinque secondi dopo essere stato collegato alla presa Usb

Una bomba mascherata da hard disk è stata recapitata ieri alla redazione centrale della Stampa, a Torino,- come si legge sul sito del quotidiano -  indirizzata a Massimo Numa, "che da tempo si occupa delle tematiche della Val di Susa e dei No Tav. La bomba era confezionata con 120 grammi di polvere esplosiva compressa all'interno di un hard disk con un microchip che doveva funzionare da detonatore non appena fosse stata collegata al computer tramite cavetto usb".

"L`ordigno - si legge ancora - è arrivato in una grossa busta, spedita per posta ordinaria, regolarmente affrancata ma senza mittente. Il pacco conteneva una lettera di accompagnamento, un foglio di dimensioni A4 scritto a computer, che spiegava come il presunto hard disk contenesse dei video con immagini girate proprio a settembre e relative ai campeggi di lotta No tav di Venaus e Chiomonte in Val di Susa. La busta ha però insospettito i fattorini del giornale e lo stesso Numa che hanno preferito chiamare la polizia. L'hard disk è stato analizzato poi nei 

538em;">laboratori degli artificieri e della Scientifica che hanno scoperto che era una vera e propria bomba pronta ad esplodere in meno di cinque secondi dopo essere stata collegata al computer".

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