Una vera e propria ossessione. Non si può definire diversamente il sentimento del Pd nei confronti di Elon Musk. E non ci riferiamo alla sceneggiata di alcuni parlamentari dem che hanno deciso di lasciare X, pensando di fare chissà quale danno all’imprenditore sudafricano. Parliamo dei due emendamenti “anti-Musk” presentati al Senato in merito al ddl Concorrenza. Due testi mirati inequivocabilmente a escludere il consigliere di Donald Trump dai servizi di connettività e dalle risorse del Pnrr.
I senatori dem Antonio Nicita e Lorenzo Basso hanno depositato due emendamenti mirati a mettere i bastoni tra le ruote a X e Starlink, entrambi di proprietà di Musk. Nel primo emendamento viene fatto divieto ai soggetti che esercitano il controllo di piattaforme online oggetto della regolazione del Digital Services Act di offrire servizi di connettività all'ingrosso e al dettaglio, inclusa la connettività satellitare, sul territorio italiano. Nel secondo emendamento, invece, viene esclusa la tecnologia satellitare di soggetti terzi dall'accesso alle risorse Pnrr già oggetto di gara e assegnate agli operatori di telecomunicazione.
Una crociata contro Musk, reo di aver sostenuto Trump e di essere vicino al premier Meloni, come testimoniato ancora una volta dal dialogo amichevole in occasione della riapertura della cattedrale di Notre Dame. Basti pensare alla caciara fatta dal Pd per il commento di mister Tesla sulla magistratura italiana. Un assalto organizzato, come sempre. Ma né Musk né il governo sembrano intimoriti, anzi. Recentemente il sottosegretario all’Innovazione tecnologica Alessio Butti ha ribadito che l’esecutivo Meloni sta valutando l’uso di Starlink. Una speranza per il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “In Italia serve Musk perché serve la connessione di Starlink, altrimenti ci sono troppe città che non sono perfettamente connesse".
L’ossessione del Pd è stata confermata dalla reazione scomposta alle indiscrezioni sulle trattative con Starlink. I già citati Basso e Nicita, insieme ad Ascani e Casu, lanciarono il seguente allarme: “Il rischio è che la nostra cybersicurezza venga svenduta, consegnata nelle mani di un’azienda privata estera.
A ciò si aggiungerebbe un duro colpo per le nostre società di telecomunicazioni, vincitrici di bandi Pnrr, e con partecipazioni pubbliche, nonché per il Progetto europeo Iris2, la costellazione di satelliti europea a cui anche l’Italia ha contribuito significativamente e che verrà lanciata a breve. Un quadro di estremo allarme sul quale chiamiamo il Governo a rispondere in Parlamento”. Il solito teatrino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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